Vinitaly, si parte Lunelli presenta il progetto Bisol
Il Trentino punta sui prodotti fermi e autoctoni. Bolzano spinge su Pinot bianco e nero
Centotrentamila visitatori attesi di cui 48.000 dall’estero. Il Vinitaly è pronto a partire: tra le novità più importanti l’anteprima del «progetto Bisol», il Prosecco Superiore del Gruppo Lunelli.
Il «progetto Bisol», TRENTO marchio del Prosecco Superiore di Valdobbiadene del Gruppo Lunelli, per la nostra regione è sicuramente una delle anteprime più importanti che saranno svelate a Vinitaly, il Salone internazionale del vino che apre i battenti oggi a Verona per chiuderli mercoledì. Ma son tante altre le novità che le 171 cantine del Trentino Alto Adige presenti a VeronaFiere riserveranno ai 130mila visitatori attesi, 48mila dei quali in arrivo dall’estero.
Considerando le nuove etichette che debuttano a Vinitaly, si può dire che la tendenza quest’anno per le cantine della regione sia quella di puntare soprattutto sui vini fermi e autoctoni. Mezzacorona, ad esempio, presenta ben 4 novità: il Castel Firmian Marzemino Trentino Doc Superiore 2016, frutto di una attenta preparazione e delle migliori uve della zona Doc della Vallagarina, il Castel Firmian Dabèn Moscato Rosa Trentino Doc 2016, il Teroldego Rotaliano Doc Superiore 2017 senza solfiti aggiunti, a cui si aggiunge il potente rosso Hedonis Sicilia Doc Riserva 2015, Nero d’Avola prodotto a Feudo Arancio, tenuta siciliana del colosso della Piana Rotaliana. È il momento anche della Nosiola, l’unica varietà bianca autoctona trentina, con Zeni che presenta un nuovo prodotto della linea Schwarzhof e Casata Monfort che lancia Corylus». Cantina La Vis da parte sua presenta Diaol (Chardonnay 100%), l’Aquila Reale riserva e il 1973 Noir Nature Trentodoc.
In Alto Adige (padiglione 6), invece, particolare risalto quest’anno sarà dato a due vitigni internazionali che in provincia di Bolzano sono ormai di casa: il Pinot Bianco e il Pinot Nero. Cantina Terlano propone in anteprima il Pinot Bianco 2005, mentre San Michele Appiano presenta «The Wine Collection», limitatissima produzione di selezioni in purezza. Il Trentino (padiglione 3) conferma lo spazio istituzionale dell’Istituto Trento Doc, dove sarà possibile degustare un’etichetta di ognuna delle 49 case spumantistiche associate e partecipare a un programma di incontri denominato #MyTrentodoc.
Ma in Trentino Alto Adige tira anche aria di innovazione. Un metodo classico da uve Pinot Nero, ad esempio, è la nuova e attesissima proposta di Tenuta Hofstätter, uno dei punti di riferimento del Pinot Nero altoatesino ma in versio- ne ferma, che ora con il Barthenau Rosé punta a mostrare le potenzialità del toponimo Mazon anche in versione bollicina. E punta sul Rosé anche Cantina Roveré della Luna Aichholz con Chiaro di Luna, metodo Charmat da uve Schiava. Completamente fuori dagli schemi, invece, il Pipa XVI di Franz Gojer Glögglhof, primo vino in Alto Adige che viene prodotto secondo il sistema del vino Porto ma da uve di Lagrein, e c’è curiosità anche per uno dei nuovi vini di Cantina Caldaro, un «mashed» Pinot Grigio annata 2016 affinato in contenitori di ceramica.