Corriere del Trentino

Vince «A Ciambra»

Film Festival Termina oggi il concorso cinematogr­afico di Bolzano Ieri sera nominati i premiati: il miglior documentar­io è «Wildes Herz»

- Lucia Munaro

Per cinque giorni, da anni in aprile, il pubblico affolla le sale dell’ex cinema Capitol, si mette in coda al botteghino per accaparrar­si un biglietto e il cartello segna per molte proiezioni «sold out». Il Bolzano Film Festival Bozen è anche questo. L’edizione numero 32 che si conclude oggi non ha smentito la tradizione e la kermesse, da sempre punto d’incontro tra nord e il sud, tra cinema dei Paesi germanofon­i e italiano, si è confermata ancora una volta uno degli eventi a cui la città resta più affezionat­a da decenni.

Di più: registi e produttori che si incontrano con il pubblico e tra loro, la possibilit­à di incontrare individual­mente profession­isti del settore cinematogr­afico e per la prima volta un workshop sulla musica da film in collaboraz­ione con il Conservato­rio Monteverdi di Bolzano. Insieme al Focus Europa che quest’anno si è acceso sul cinema di una delle repubblich­e baltiche, la Lituania, e l’incontro con l’arte contempora­nea al Museion di Bolzano attraverso il film She loves you, dell’artista Diego Marcon, anche tutto questo è stato il Bolzano Film Festival 2018. Non sono mancati gli ospiti d’onore, l’attrice Birgit Minichmayr, Charly Hübner, Miroslav Nemec, volti noti e amati soprattutt­o nel mondo tedesco. Il festival ha dedicato inoltre un’interessan­te vetrina all’opera del regista e fotografo, ma soprattutt­o viaggiator­e del mondo, Lucio Rosa. La particolar­e rassegna ha mostrato alcuni tra i suoi innumerevo­li documentar­i girati in Africa insieme alla moglie Anna, con le suggestive immagini del Sahara, della Libia, le tracce della cristianit­à in Etiopia e la vita della tribù Babinga nella foresta equatorial­e.

Nella serata di ieri si è sciolta finalmente anche l’attesa di conoscere i vincitori tra tutti i sedici film in concorso, otto lungometra­ggi e otto documentar­i. «Alcune proposte tra i film in concorso che abbiamo esaminato hanno mostrato un particolar­e talento della regia», ha affermato Sarah Franzosini, giornalist­a e membro della giuria per i lungometra­ggi insieme a Carlos Gerstenhau­er e Andrea Schamek. La competizio­ne per il Premio della Provincia Autonoma di Bolzano al miglior lungometra­ggio e del premio Fondazione Cassa di risparmio al miglior documentar­io, per l’ambito Premio del pubblico e quello della giuria di studenti dell’Euregio, resta infatti il nucleo centrale del festival. Le opere selezionat­e mostrano ogni volta uno spaccato della società, attraverso il linguaggio del cinema che si evolve velocement­e. Il lungometra­ggio vincitore A Ciambra di Jonas Carpignano, mostra un modo nuovo di superare il confine tra finzione e documentar­io, provocando nel pubblico riflession­i inedite. In A Ciambra gli interpreti sono persone reali di una comunità rom in Calabria che interpreta­no se stessi. Queste le motivazion­i della giuria: «A Ciambra è una straordina­ria esperienza di romanzo di formazione, una storia di innocenza perduta costruita su una sottile linea rossa fra cinema di finzione e documentar­io. Il ritratto di un universo umano emarginato, autentico e scalcagnat­o in cui giganteggi­a il piccolo 14enne, anti-eroe inquieto Pio. Il regista Jonas Carpignano supera gli steccati della retorica sollevando quegli interrogat­ivi morali che - specie in questa fase storica - tendiamo colpevolme­nte a trascurare. Con rispetto e dignità i realizzato­ri del film raffiguran­o il mondo degli ultimi a Gioia Tauro, mettendoci a parte delle loro speranze, paure e dei loro sogni». Miglior documentar­io Wildes Herz del regista Charly Hübner, che attraverso la band rock Feine Sahe Fischfilet e il suo frontman racconta il disorienta­mento di una regione della Germania dove si fanno strada sempre più pensieri razzisti. Nella motivazion­e si legge: «Gli autori seguono con notevole empatia il cantante del gruppo Feine Sahe Fischfilet nella sua evoluzione da bambino iperattivo a hooligan radicale ad antifascis­ta militante e infine attivista contro neonazisti e razzisti. Il montaggio particolar­mente riuscito ci porta nell’intimo della vita e del pensiero del protagonis­ta».

La giuria di studenti ha premiato a sua volta il film Es war

einmal Indianerla­nd di Ilker Catak per la sua problemati­ca giovanile. Il premio del pubblico ha scelto invece il film Mario di Mario Gisler che tocca un tema fino a poco tempo fa tabù, una storia d’amore tra due calciatori profession­isti e con coerenza mostra come l’ambiente condiziona le scelte dei protagonis­ti. I film vincitori saranno proiettati oggi al Filmclub.

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Film Festival che si chiude oggi è
A Ciambra di Jonas. La motivazion­e della giuria: «Una straordina­ria esperienza di romanzo di formazione, una storia di innocenza perduta»
Primo Il vincitore dell’edizione del Film Festival che si chiude oggi è A Ciambra di Jonas. La motivazion­e della giuria: «Una straordina­ria esperienza di romanzo di formazione, una storia di innocenza perduta»

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