Corriere del Trentino

LaBoriosa morte in poesia «Esibita come ai funerali»

La scrittrice in dialogo a Trento con Roberta Dapunt

- Chiara Marsilli

«Se incontri un cadavere dagli del tu. Davanti alla morte siamo tutti uguali». È iniziato nel segno dell’ironia altoatesin­a di Brunamaria Dal Lago Veneri l’incontro LaBoriosa morte in

poesia e in prosa, terzo di cinque appuntamen­ti organizzat­i nell’ambito della mostra LaBoriosa morte: i disastri della guerra allestita a Palazzo Eccheli-Baisi di Brentonico. Un titolo che gioca con due aspetti diversi ma non antitetici. «La morte è senza dubbio laboriosa, non si ferma mai e giorno dopo giorno è presente e ci consuma — ha chiarito la scrittrice e firma del Corriere dell’Alto Adige e del Trentino — ma è allo stesso tempo boriosa e esibita. Basti pensare agli applausi al termine di alcuni funerali: sono gli stessi applausi che mettono fine agli spettacoli teatrali, allentando la tensione». Il dialogo tra la scrittrice, giornalist­a e traduttric­e e la poetessa Roberta Dapunt (foto

Nardelli-Rensi) ha indagato molti altri gesti rassicuran­ti, consolator­i e apotropaic­i che ricorrono nel mondo della letteratur­a e dei miti. Terza tappa del progetto Corpi disarmati, la mostra muove da alcuni esempi di produzione artistica del 1400 per coglierne i diretti collegamen­ti con le opere che al principio del Novecento raccontano la prima guerra mondiale.

«Un’esposizion­e molto significat­iva — ha commentato l’assessore alla cultura del Comune di Brentonico Quinto Canali — per la potenza delle narrazioni che mette a confronto. Un modo per indagare cosa succede al corpo morto in guerra, lontano dalle retoriche e alla strumental­izzazione dei “caduti”».

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