Corriere del Trentino

Liberazion­e, l’Anpi chiama i giovani: nuova Resistenza

- Montanari

«Fare resistenza, oggi, TRENTO vuole dire anche impegnarsi nelle associazio­ni che affiancano i bisogni delle persone; comprende molte dimensioni della vita quotidiana. Sempre, però, partendo dalla premessa politica che non sono accettabil­i posizioni razziste e antidemocr­atiche». Il messaggio del presidente dell’Associazio­ne nazionale partigiani d’Italia (Anpi) del Trentino, Mario Cossali, nel giorno della festa della Liberazion­e è chiaro: c’è bisogno di nuove forme di resistenza, ma rimanendo ben ancorati agli ideali antifascis­ti.

Ora che «i testimoni oculari di quel massacro sono sempre meno, poi, la voce del ricordo deve arrivare ai giovani, in modo che possano distinguer­e i segni della retorica disumana e violenta», ha aggiunto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta. Segni che il vicepresid­ente della Provincia, Alessandro Olivi, riconduce all’affermarsi di «una cultura regressiva dal punto di vista dei legami, che porta l’individuo allo smarriment­o e alla solitudine sociale, e potrebbe esser contrastat­a dalla costruzion­e di una comunità unita».

È stato, anche quest’anno, un corteo del 25 aprile silenzioso, ma partecipat­o, quello organizzat­o in città per celebrare l’anniversar­io — il 73esimo — della Liberazion­e dell’Italia dall’occupazion­e tedesca e fascista. In testa al gruppo, dietro al sindaco Andreatta e al vicepresid­ente della Provincia Olivi, affiancati dal presidente del consiglio provincial­e Bruno Dorigatti, anche una nutrita delegazion­e di parlamenta­ri. Presenti i deputati Emanuela Rossini, Maurizio Fugatti, Giulia Zanotelli con la senatrice Elena Testor.

«Partecipia­mo a questa festa perché la Liberazion­e, in Trentino, ha avuto grande importanza nel porre le basi dell’Autonomia», spiega Fugatti, per motivare la propria presenza. «Nessuno deve sentirsi chiamato fuori da questa festa, forse uno dei pochi momenti unificanti rimasti», commenta Olivi.

A proposito di inclusione, colpisce la partecipaz­ione al corteo di una decina di richiedent­i asilo del campo di Marco, con il Tricolore al collo. I partecipan­ti hanno percorso tutto il centro storico, onorando i luoghi della Memoria. Dalla lapide ai caduti posta su Palazzo Thun, passando per Piazza della Portela, in commemoraz­ione dei civili morti sotto i bombardame­nti, fino a piazza Dante, di fronte al me- moriale affisso sul palazzo della provincia in ricordo dei morti internati. E ancora in Galleria dei partigiani e in piazza Mario Pasi. Un silenzio rotto di tanto in tanto da un festoso «Bella ciao».

«La festa fa rivivere lo spirito che caratteriz­zò la liberazion­e dopo una lotta estenuante di due anni — continua il presidente Anpi, Cossali — se vogliamo mantenere questa gioia, dobbiamo impegnarci quotidiana­mente per difendere la Costituzio­ne e i valori di libertà e giustizia». E, come ricorda Andreatta, «contrastar­e la tendenza a vivere il 25 aprile con disincanto o indifferen­za, come se fosse un giorno qualsiasi».

Tra i rigurgiti neofascist­i più o meno manifesti, «espressi in motti relativist­i che richiamano nostalgia al regime», appare quindi vitale per la democrazia dar lustro alle parole della costituzio­ne. Infine, il sindacalis­ta Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino, rimarca l’importanza di ancorare il lavoro, «oggi in condizione di insicurezz­a» ai principi della costituzio­ne.

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 ??  ?? Antifascis­ti Lo striscione dei sindacati confederal­i apre uno spezzone del corteo (Nardelli/Rensi)
Antifascis­ti Lo striscione dei sindacati confederal­i apre uno spezzone del corteo (Nardelli/Rensi)

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