Bilancio «Hit», dai bandi vinti ecco 2,6 milioni
Bilancio dell’hub. Gervasoni: «Abbiamo fatto conoscere il Trentino agli investitori»
TRENTO Le priorità 2017 erano tre: partecipazione a bandi di innovazione; trasferimento tecnologico avanzato; accelerazione di startup e formazione imprenditoriale. Il saldo di fine anno è positivo: l’Hub innovazione Trentino (Hit) ha centrato gli obiettivi intermedi indicati dal piano industriale. Sia le relazioni industriali sia la voce del finanziamento indiretto soddisfano la presidente Anna Gervasoni. Solamente il fundraising generato da 22 progetti di ricerca avviati dopo bandi vinti, ha portato 2,6 milioni di euro nelle casse dei soci (Fbk, ateneo, Trentino sviluppo e Fondazione Edmund Mach).
Ogni capitolo dell’attività 2017 è rendicontato al millimetro. Per quanto riguarda il finanziamento diretto, i progetti di ricerca gestiti nell’ultimo anno da Hit sono stati 14. In questo caso le entrate, generate da progetti vinti, si attestano a quota 1,1 milioni. Ma ancora più rilevante è il capitolo legato al finanziamento indiretto: nel 2017, in seguito a bandi nazionali e internazionali vinti, il fundraising generato da Hit è stato pari a 2,6 milioni. La percentuale di successo, nel dettaglio, si attesta al 64%.
Per quanto riguarda il trasferimento tecnologico, poi, Hit ha identificato 31 nuove tecnologie; ha analizzato 27 brevetti; ha concluso 3 licenze commerciali (4 sono in fase di negoziazione); ha avviato 8 collaborazioni industriali (con Brembo; Thermo Fisher Scientific; 2 Energon; Advice Lab; Frenotecnica; Gaiotto; Marangoni; Ikonisys; Martur Fompak). Ancora: 5 gli accordi siglati con fondi per la finanza di innovazione; 7 le sfide di innovazione/hackathon gestite; 15 le imprese trentine coinvolte in sfide di innovazione. C’è poi il capitolo startup. Le aziende avviate dai soci nel campo Ict, biotech, materiali e agrifood sono circa trenta e, con la guida di Hit, hanno attratto finanziamenti per 645.000 euro.
«Il primo risultato importante è stato amalgamare le energie della ricerca trentina entro un unico contenitore, ossia Hit — riflette Gervasoni — Anche solo gli incontri mensili hanno generato un clima positivo d’interazione e scambio reciproco». Due, tra le altre, le finalità costitutive di Hit che la presidente sottolinea: rafforzare il legame tra sistema delle imprese e ricerca, da una parte, e generare occasioni di sviluppo scientifico, dall’altra. Altrettanto rilevante, inoltre, il programma di formazione imprenditoriale «per seminare nelle giovani generazioni la cultura dell’impresa». Ne è un esempio CLab, il Contamination Lab gestito con l’ateneo che ha vinto il bando del Miur ottenendo finanziamento di 300.000 euro.
Per quanto riguarda l’attrazione di capitali verso il Trentino — tema che Gervasoni conosce molto bene — Hit s’è mosso partendo dalle basi: «Presentandoci — dice la presidente — e presentando Hit quale punto di aggregazione di un sistema, quello del Trentino, che il mondo del private equity non conosceva». Di qui gli incontri a Milano, poi in loco e nuovamente fuori provincia.
A distanza di due anni dall’avvio dell’Hub, Gervasoni si ritiene soddisfatta: «La prima cosa che dovevamo fare era creare una mappa delle tecnologie, quindi conoscere pienamente il patrimonio su cui eravamo seduti. In seguito abbiamo dato una visione unitaria, creando una sorta portafoglio tecnologico». Tradotto: ordine e metodo. Chiusa la fase uno, per Hit è all’orizzonte la stagione del consolidamento delle attività avviate. «Entro l’anno il mandato del consiglio si concluderà» ricorda. Quale il risultato di cui va più fiera? «La nascita di una squadra, composta da quindici persone, altamente specializzata».
Entro l’anno il mandato del consiglio scadrà Si chiude la fase uno e lasciamo un team forte