Ventisette pannelli raccontano l’estate nelle terre mafiose
Mostra itinerante, Corriere del Trentino partner. A luglio si riparte: la novità è Riace
Ventisette pannelli in mostra al Cafè de la paix dal 4 al 9 maggio raccontano l’estate 2017 di un gruppo di ragazzi trentini impegnati nelle campagne di Corleone. A immortalarli è stato il fotografo Giulio di Meo. I suoi scatti raccontano il progetto antimafia «Estate in Campo» di Arci.
TRENTO Cappello ben piantato in testa, zappa alla mano, chiazze di terra miste a schizzi di pomodorini su braccia e magliette. Il fotografo Giulio Di Meo i ragazzi nelle campagne di Corleone la scorsa estate li ha immortalati così. Istantanee di impegno, cultura e conoscenza raccolte in 27 pannelli in mostra al Cafè de la paix dal 4 al 9 maggio e pronti, poi, a varcare la soglia delle scuole della provincia. «Estate in Campo», oltre a essere il titolo dell’esposizione, è anche una delle iniziative più significative dell’Arci per promuovere la cittadinanza attiva tra i giovani: le iscrizioni all’edizione 2018 — che per la prima volta, oltre che in Sicilia, si svolge anche a Riace — si potranno effettuare fino al 20 maggio.
Sorride Serafino Petta, il volto bruciato dal sole; lo scatto del fotografo ritrae uno degli ultimi sopravvissuti alla strage di Portella della Ginestra circondato da cinque ragazze: ridono anche loro. Il 9 maggio alle 17, quando insieme ai partecipanti delle scorse edizioni racconteranno la loro esperienza ai Campi della legalità, forse ci diranno il perché. Chi sceglie di andare in Sicilia con l’Arci partecipa a incontri e visite guidate nei luoghi simboli del Corleonese, dall’abitazione natale di Peppino Impastato a Cinisi alla tomba di Placido Rizzotto, sindacalista ucciso dalla mafia nel 1948, alla Palermo di Falcone e dei funerali della strage di Capaci, e di Borsellino, ucciso in via D’Amelio. La fotografia sociale di Di Meo perpetua le tappe del viaggio, insieme al diario di bordo pubblicato la scorsa estate sul
Corriere del Trentino e Corriere dell’Alto Adige, media partner dell’iniziativa.
Anche quest’anno ventisei giovani trentini fra i 16 e i 25 anni, insieme a un gruppo altoatesino, potranno vivere un’esperienza nei beni confiscati alla mafia a Corleone (dal 16 al 26 luglio) e, per la prima volta, a Riace (dal 7 al 17 luglio), «un borgo nell’entroterra reggino che i calabresi avevano abbandonato e che è stato al centro di politiche di accoglienza dei migranti che hanno contribuito a rompere anche il contesto ‘ndranghetista» spiega il presidente Arci del Trentino Andrea La Malfa. Chi sceglierà la Calabria conoscerà l’esperienza di riqualificazione del paese tramite il lavoro artigiano, esempio di integrazione dei migranti, con visita al lavoro di Emergency a Polistena, che utilizza un bene confiscato.
Diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto: è questo l’obiettivo principale dei Campi della legalità. Oltre al lavoro sui terreni confiscati, i giovani saranno coinvolti in attività formative, incontri con personalità impegnate nella lotta alla mafia e visite alla scoperta del territorio. «Un impegno che serve loro per riflettere sul tema del potere mafioso, che resta uno dei grandi problemi, troppo spesso sottaciuto, dell’Italia — conclude La Malfa — e sull’importanza della cittadinanza attiva e consapevole».
La Malfa Il borgo reggino ha promosso l’accoglienza per migranti rompendo con la ‘ndrangheta