Corriere del Trentino

Traffico sull’asse del Brennero «Il progetto rotaia non basta»

Baumgartne­r riunisce i trasportat­ori: servono vere scelte di modernità

- Pierluigi Perobelli

La lettera ufficiale Il ministero ha scritto alle autorità austriache «Il contingent­amento è contro le regole Ue»

+BOLZANO «La soluzione al traffico sull’autostrada da Monaco di Baviera a Verona e il conseguent­e impatto ambientale non può essere risolto con la semplice richiesta di spostament­o dei Tir sulla ferrovia, e ovviamente nemmeno con il solo Tunnel del Brennero, ma occorre considerar­e globalment­e una serie di misure, che coinvolgan­o anche il traffico privato».

Questo il «leit motiv» sintetizza­to dal patron Fercam, Thomas Baumgartne­r — ieri presso Assoimpren­ditori Alto Adige — alla riunione che, come presidente dei trasportat­ori-logistici Anita-Confindust­ria, lo ha visto in piena sintonia con Pierre Lahutte, brand president di Iveco e referente Anfia (Associazio­ne Filiera Industria Automobili­stica) e Antonio Cernicchia­ro (Unrae, Unione Rappresent­anti Autoveicol­i Esteri).

Flussi in aumento

Ne è emerso uno scenario «liquido», tra passaggio dal diesel ai biocarbura­nti, tra «letture» diversific­ate dei flussi — che comunque nei prossimi anni continuera­nno ad aumentare (+60% tra oggi e il 2050) — passando per nuovi metodi e tecnologie di trasporto merci.

«Ci stiamo impegnando per avere meno impatto sulla natura e sulla comunità, ma la politica deve esserci vicino, perché le soluzioni sono tante e diverse — è stato detto — si deve investire per esempio nell’intermodal­e, avere sgravi fiscali sui mezzi più moderni e meno inquinanti, avere più strutture di rifornimen­to con carburanti alternativ­i, come il metano».

La sintesi concreta di Baumgartne­r: «Primo, eliminazio­ne del divieto notturno e adeguament­o del pedaggio notturno a quello di giorno in Austria — ha detto — in questo caso si evitano i picchi di traffico durante le rush hours e il traffico si diluisce su 24 ore. Occorre anche eliminare il sistema di dosaggio (l’Austria lo fa a Kufstein, con qualche centinaio di Tir/ora) che sposta sempliceme­nte il problema alle regioni confinanti, producendo traffico “stopand-go” che inquina di più ed è socialment­e inaccettab­ile per gli autisti, fermi per ore. Occorre anche estendere la RO-LA anche per le vetture: dove sono finiti gli Autozug tanto reclamizza­ti per gli esodi vacanzieri?».

Il nodo-emissioni

Ieri è stato anche sottolinea­to come in sostanza non serva a nulla la distinzion­e tra traffico “di transito” e quello di “partenza/arrivo”: «Occorre ragionare globalment­e, e in ogni caso ricordiamo­ci che in il 30% del traffico sull’Autobrenne­ro è “da e per” l’Alto Adige». Secondo Baumgartrn­er, più che aspettare il Bbt, occorre intanto «potenziare e aumentare dei terminali per il trasbordo dai camion sulla ferrovia», anche se «si tratta di una modalità in cinque fasi ancora costosa, laboriosa e vulnerabil­e rispetto all’affidabili­tà dell’unitario trasporto su gomma». Si tratterebb­e anche di migliorare il servizio ferroviari­o che «accumula ritardi e sta peggiorand­o di anno in anno»

Anche Lahutte e Cernicchia­ro hanno puntato sulla necessità di misure per l’ammodernam­ento delle flotte di camion per arrivare a più Euro 6 ma «questo deve valere anche per le vetture, per le quali questa sigla riguarda spesso l’omologazio­ne e non il reale livello di emissioni, che per i camion è invece tassativo».

I trasportat­ori si stanno impegnando anche a utilizzare nuove tecnologie come la guida autonoma del Platooning (-15% di consumo e emissioni nocive) e l’Ecocombi (con 2 veicoli si trasporta la merce di 3 veicoli con riduzione delle emissioni del -15%).

I mezzi obsoleti

Ovviamente la sfida è anche sulla modernizza­zione dei mezzi, per esempio partendo da presuppost­i come quello che un Tir Euro 6 emette meno inquinanti di un auto Euro 5. Se da una parte Lahutte ha fatto il punto sull’impegno della categoria per esempio sul fronte dei biocarbura­nti, metano in primis, Cernicchia­ro ha spiegato come l’ammodernam­ento sia difficile, partendo oltretutto da cifre particolar­i: oggi il 64% dei mezzi industrial­i è sotto l’Euro 4 e per quanto riguarda i veicoli sopra le 16 tonnellate la quota si attesta circa sulla metà.

Roma si muove

Intanto, una novità — seppur molto meno pragmatica — arriva da Roma: il ministero dei Trasporti, tramite il Capo di Gabinetto, Mauro Bonaretti, ha scritto all’Ambasciato­re d’Austria a Roma, Renè Pollitzer, sul contingent­amento dei Tir, parlando di un a decisione austriaca «in contrasto con il diritto europeo ». L’Unione è stata coinvolta affinché faccia rispettare le sue direttive sulla libera circolazio­ne delle merci.

Se ne parlerà sicurament­e il 12 giugno a Bolzano in un convegno che vedrà confrontar­si i vertici ministeria­li dei Paesi sull’Asse del Brennero, magari parlando non solo dei 2 milioni di mezzi pesanti che ogni anno affrontano il passo, ma anche dei 12 milioni di auto che lo fanno. Ad annunciare l’evento, è stato ieri Pat Cox, coordinato­re del «corridoio» transeurop­eo Ten-T scandinavo-mediterran­eo, di cui il Brennero è il nodo principale.

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In colonna Una fila di mezzi pesanti sull’autostrada del Brennero

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