Risposata, si fa mantenere dall’ex A processo con l’accusa di truffa
Sessantenne a processo. Incassati 11.000 euro, ma la donna non ne aveva diritto
Per sette anni si sarebbe fatta mantenere dall’ex coniuge, peccato che aveva già una nuova vita con un altro marito. All’assegno di mantenimento, però, non avrebbe rinunciato sfilando all’ex ben 11.000 euro e mantenendo «dolosamente» il silenzio sule sue seconde nozze. L’ex, però, l’ha scoperto e l’ha denunciata. La donna, 65 anni, è a processo per truffa.
TRENTO La fine di una storia d’amore è sempre dolorosa, ma talvolta le implicazioni non sono solo affettive. Il divorzio per alcuni ex mariti diventa una vera condanna a vita, costretti a pagare onerosi assegni di mantenimento a ex mogli senza lavoro o, forse, con poca voglia di trovarsene uno. Ed ecco che si aprono le porte delle case dei padri separati, una realtà per molti uomini che, dopo aver perso casa e figli, faticano ad arrivare a fine mese.
In questo caso a Giovanni (il nome è di fantasia), un sessantatreenne di origini veneziane, è andata meglio. La casa pare sia riuscito a mantenerla, ma per ben sette anni avrebbe sborsato l’assegno di mantenimento all’ex moglie che, però, nel frattempo si era risposata e sembra avesse anche aperto un bed & breakfast a Borgo Valsugana. Una dimenticanza «dolosa» secondo la Procura di Trento e lo stesso ex marito che, dopo aver scoperto le nuove nozze contratte dall’ex, attraverso l’avvocato Innocenzo D’Angelo, ha presentato formale denuncia. La donna, che oggi ha 65 anni, di origini brasiliane, è a processo con l’accusa di truffa. La Procura parla di «doloso silenzio».
Ma facciamo qualche indietro perché la vicenda affonda le radici nel 2007 quando il matrimonio è naufragato e la coppia ha deciso di separarsi. Nel luglio del 2007 il Tribunale di Treviso sigla la fine del matrimonio tra i due coniugi. Nella sentenza il giudice stabilisce un assegno di mantenimento di 120 euro per la donna e 400 per la figlia della coppia. Giovanni ha continuato a pagare regolarmente attraverso bonifici bancari, anche aggiornando annualmente gli importi secondo la variazione dell’indice Istat. Ma nell’estate del 2016 viene a sapere che l’ex moglie aveva aperto un Bed & Breakfast a Borgo Valsugana e così presenta un’istanza al Tribunale di Trento per chiedere la cessazione dell’assegno di mantenimento all’ex. Il giorno prima dell’udienza, fissata per il 22 dicembre 2016, arriva la doccia gelata. Giovanni viene contattato dall’avvocato di un uomo di Borgo Valsugana, uno sconosciuto per lui, ma non per l’ex moglie. L’uomo, infatti, altri non era che il secondo marito, o meglio l’ex (anche le seconde nozze erano naufragate) della donna, dal quale si stava separando. «Colpa di una suocera troppo invadente» si difende lei, che, di fatto, avrebbe fatto i bagagli abbandonando il secondo consorte.
Quale sia la verità Giovanni non lo sa,ma scoprire che la moglie aveva un altro marito da ben sette anni è una realtà difficile da accettare, visto che in questo lasso di tempo l’uomo avrebbe pagato ben 11.000 euro all’ex consorte che, nel frattempo, si era tranquillamente sistemata a casa del nuovo marito. Eppure in questi anni i contatti tra i due, soprattutto per le spese della figlia, non si sarebbero mai interrotti, peccato che la donna si sarebbe sempre «dimenticata» di raccontare a Giovanni del nuovo marito trentino e della sua nuova vita in Valsugana.
Lei si difende dicendo che non riceveva più l’assegno dal 2009, ma i documenti sembrano raccontare un’altra verità. Ora la sessantenne, difesa dall’avvocato Giovanni Rambaldi, dovrà affrontare un nuovo divorzio e nel contempo un processo per truffa ai danni di Giovanni. L’udienza si è aperta venerdì davanti al giudice del dibattimento di Trento, ma è stata rinviata a ottobre per sentire i testi.