Corriere del Trentino

«Disoccupaz­ione sotto il 5%»

Olivi: «Obiettivo da raggiunger­e entro fine anno. Capitale umano al centro»

- Silvia Pagliuca

L’obiettivo è ambizioso ma, secondo il vicepresid­ente Olivi i dati sono già positivi: «Nei primi tre mesi del 2018 l’Agenzia per il Lavoro rileva il 19% in più di assunzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».

TRENTO Invoca un «nuovo patto sociale e per il lavoro» e incalza lo stesso centrosini­stra a porre attenzione sui «nuovi poveri». Di fronte all’aumento del lavoro precario, l’assessore Alessandro Olivi indica le sue soluzioni.

Assessore Olivi, oggi si celebra il Primo maggio ma c’è chi, come i lavoratori intervista­ti dal Corriere del Trentino, non ha molta voglia di festeggiar­e. Cosa pensa della crescita degli atipici?

«Il mercato del lavoro globale sta andando in questa direzione e dobbiamo attrezzarc­i. Non bastano delle semplici dighe, è necessario lavorare in profondità sottoscriv­endo un nuovo patto sociale e per il lavoro». Qual è l’obiettivo?

«Vorrei portare la disoccupaz­ione entro la fine dell’anno sotto la soglia del 5%. Già nei primi tre mesi del 2018, l’Agenzia per il Lavoro rileva il 19% in più di assunzioni rispetto allo stesso trimestre del 2017. Di queste, 337 unità, ovvero il 22% sono a tempo indetermin­ato. Altre 368 unità, invece, rappresent­ano delle trasformaz­ioni da tempo determinat­o a indetermin­ato». Il resto rimane precario.

«Sì, a oggi 8 assunzioni su 10 sono a termine ma questo lieve migliorame­nto può essere letto come una ripresa di fiducia delle imprese, in continuità con il 2017. Il punto è passare da un’ottica quantitati­va a una qualitativ­a: , migliorare la qualità del lavoro». Il pubblico come si pone di fronte a questa sfida?

«Agiamo con tre leve: il potenziame­nto dei servizi pubblici all’impiego, indispensa­bili per governare al meglio le transizion­i tra un impiego e un altro e per favorire il ricollocam­ento del lavoratore; la formazione, che dovrebbe diventare un diritto fondamenta­le del lavoratore, prevista in ogni contratto per legge, e che invece, a oggi, è sempre vista come qualcosa di residuale, e la contrattaz­ione affinché aiuti, facendo leva sulla responsabi­lità sociale delle imprese, a rimettere al centro il capitale umano».

I precari rischiano di diventare i nuovi poveri. Come arginare questa perdita di sicurezza sociale?

«Concordo e ricordo a molti, anche della mia area politica, che oggi i deboli non sono più gli stessi di un tempo. È debole chi non ha un contratto stabile, chi lavora a intermitte­nza, chi non ha un reddito che possa definirsi dignitoso, chi non riesce a progettare il proprio futuro. E la sinistra dovrebbe riuscire a intercetta­re maggiormen­te queste nuove esigenze. Noi in Trentino siamo stati spesso avanguardi­a di buone pratiche ed è così anche questa volta con l’introduzio­ne dell’assegno unico. Uno strumento che va potenziato e a cui andrebbero aggiunte nuove misure previste per legge come il salario minimo». Farà delle proposte in questa direzione?

«Sì, l’assegno unico è un ottimo punto di partenza che va irrobustit­o legandolo a interventi efficaci e strutturat­i di reinserime­nto. Non parlo, insomma, di mero assistenzi­alismo ma di un sistema attivo. Solo così, con un welfare più forte e universali­stico e politiche attive ancora più efficienti, potremo aumentare i livelli di tutela sociale delle fasce deboli e, al tempo stesso, favorire la mobilità sociale».

I sindacati chiedono un patto per il lavoro. Quale sforzo spetta alle imprese?

«Le imprese dovranno scommetter­e con noi in questo nuovo processo. Lo abbiamo già dimostrato con gli accordi firmati di recente. Se non sarà così, tutti gli sforzi saranno vani».

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Dialogo Il vice presidente della Provincia Alessandro Olivi discute con alcuni lavoratori insieme al segretario della Cgil Franco Ianeselli

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