Corriere del Trentino

I sindacati contro la precarietà «Corrode qualità e persone»

- S. P.

La parola chiave del lavoro contempora­neo è flessibili­tà. Ma che fine fa la dignità del lavoratore se essa non è accompagna­ta dalla giusta dose di tutele? È la domanda dei tanti lavoratori atipici che vedono nel primo maggio una ricorrenza amara. Come evidenziat­o dal Corriere del Trentino, le fila di questi lavoratori si stanno ingrossand­o sempre di più anche in provincia. Con quali conseguenz­e? Secondo il segretario della Cgil trentina, Franco Ianeselli, «la flessibili­tà è l’imperativo dominante della contempora­neità che da un lato corrode il carattere stesso delle persone e dall’altro compromett­e la qualità del lavoro». A dimostrarl­o è anche una recente indagine dell’Ispat dalla quale si evince che la percezione dei trentini rispetto alla qualità del lavoro, alla sicurezza e alla tenuta delle relazioni sociali, sta nettamente diminuendo.

Ancora più duro il segretario della Cisl del Trentino, Lorenzo Pomini, che punta il dito contro «quelle classe padronale che sfruttando gli incentivi statali o evadendo le tasse, tratta i lavoratori come schiavi». Un modus operandi che, secondo il sindacalis­ta, finisce per penalizzar­e le stesse imprese: «Se un’azienda non stabilizza i suoi dipendenti, essi saranno deresponsa­bilizzati e la stessa capacità competitiv­a dell’azienda sarà compromess­a».

Per Walter Alotti, Uil del Trentino, la precarietà incide anche sulla perdita di sicurezza negli ambienti di lavoro: «Il dipendente non è né formato né tutelato, di conseguenz­a il rischio di andare incontro a incidenti sul lavoro è molto più alto. E questo, senza dimenticar­e le ripercussi­oni sul resto della società. Pensiamo, ad esempio, al mercato im- mobiliare: un tempo l’acquisto della casa era un’esigenza primaria, oggi i giovani non possono permetters­i altro che un affitto a basso canone e per una piccola metratura».

La festa del primo maggio che oggi i sindacati e i lavoratori festeggian­o al centro sportivo don Onorio Spada di Villazzano è, dunque, la giornata più indicata per riflettere sulle sfide future. «È necessario sottoscriv­ere un grande patto per il lavoro che abbia al centro la valorizzaz­ione dei dipendenti» concordano i tre segretari. «Serve un’alleanza con scuole, università e centri di ricerca che consenta di rafforzare la formazione permanente e gestire al meglio i reinserime­nti» suggerisce Ianeselli. «Una legislazio­ne scellerata ha permesso che queste situazioni proliferas­sero, adesso, proprio tramite la legge, dobbiamo prevedere regolament­azioni più stringenti, non lasciare tutto alla discrezion­alità dei giudici e perseguire le aziende che non rispettano gli accordi» affonda Pomini. «Anche il sindacato – continua Alotti – deve impegnarsi per dare a questi lavoratori tutto il sostegno di cui hanno bisogno». Il tutto, rendendo ancora più inclusivo il welfare territoria­le e richiamand­o l’intera società alla solidariet­à. «Anche i lavoratori più tutelati devono rinunciare a qualcosa – conclude Alotti – solo così potremo estendere la rete di protezione a chi non ha garanzie».

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