Corruzione, ristoratori corteggiati «Offerti soldi in cambio del voto»
Nuovi dati dello studio eCrime. Costantino: «Casi tra i privati»
«Abbiamo chiesto agli intervistati se nel settore in cui opera l’azienda per cui lavora fosse venuto a conoscenza di qualcuno a cui sono stati offerti denaro, regali o favori in cambio del voto in ambito politico. Il 22% delle persone che lavorano nel settore ristorazione e alberghiero ha risposto di sì». A renderlo noto è Fabrizio Costantino, ricercatore e membro di eCrime, il gruppo di ricerca dell’università di Trento che ha condotto lo studio pilota sulla corruzione nel settore privato in Trentino (Corriere del trentino del 25 aprile). Inoltre, continua il giovane ricercatore, «negli ultimi 12 mesi, il 3% delle persone intervistate ha assistito o è venuto a conoscenza di casi di corruzione tra privati».
Il campione della ricerca di eCrime equivale a 2.000 imprese, stratificato per settore e dimensione (numero di addetti quindi). Sono stati 302 i rispondenti all’indagine Cawi - metodologia basata sull’invio email, agli intervistati seche lezionati, di un link che rimanda ad un questionario. Di questi: il 44,04% delle imprese appartiene al settore d’impresa dei servizi; il 20,20% al commercio al dettaglio e all’ingrosso; il 16,23% all’industria e il 5,96% al settore ristorazione e alberghiero. Dunque bisogna relazionare il 22% delle persone che hanno detto di esser venuti a conoscenza di casi di voto di scambio al 5,96% delle imprese del settore ristorazione e alberghiero hanno risposto al questionario – circa 4 persone quindi. Per quanto riguarda i lavoratori degli altri settori: il 2,21% dei servizi, il 5,77% dell’industria e il 4,62% del commercio sono venuti a conoscenza di episodi di corruzione legati al voto in ambito politico.
Va fatta una precisazione. Per voto di scambio qui non si intende lo scambio elettorale politico-mafioso sanzionato dal codice penale, ma semplicemente quel fenomeno in cui un candidato, o un suo intermediario, richiede il voto ad un elettore promettendo favori. Dai dati emersi, questo fenomeno, seppure in misura ridotta, risulta essere presente nella Provincia e sembrerebbe legato ad un malcostume generale, già evidenziato con gli episodi di familismo. Andrea Di Nicola, coordinatore scientifico di eCrime, raffigura infatti così il rapporto tra la corruzione pubblica e quella privata nell’intervento di sabato scorso sul Corriere del Trentino. Uno dei fattori di incidenza della corruzione tra privati in Trentino è proprio il voto di scambio: quella pratica illecita situata in una zonalimite, dove il confine tra pubblico e privato sembra sfumare: «La corruzione tra privati non è quella pubblica, ma è stato dimostrato che le due vanno a braccetto e sono favorite da un ambiente, malsano, che le genera».
I dati Coinvolto il 22% dei lavoratori delle strutture ricettive