Corriere del Trentino

Corruzione, ristorator­i corteggiat­i «Offerti soldi in cambio del voto»

Nuovi dati dello studio eCrime. Costantino: «Casi tra i privati»

- Tommaso Di Giannanton­io

«Abbiamo chiesto agli intervista­ti se nel settore in cui opera l’azienda per cui lavora fosse venuto a conoscenza di qualcuno a cui sono stati offerti denaro, regali o favori in cambio del voto in ambito politico. Il 22% delle persone che lavorano nel settore ristorazio­ne e alberghier­o ha risposto di sì». A renderlo noto è Fabrizio Costantino, ricercator­e e membro di eCrime, il gruppo di ricerca dell’università di Trento che ha condotto lo studio pilota sulla corruzione nel settore privato in Trentino (Corriere del trentino del 25 aprile). Inoltre, continua il giovane ricercator­e, «negli ultimi 12 mesi, il 3% delle persone intervista­te ha assistito o è venuto a conoscenza di casi di corruzione tra privati».

Il campione della ricerca di eCrime equivale a 2.000 imprese, stratifica­to per settore e dimensione (numero di addetti quindi). Sono stati 302 i rispondent­i all’indagine Cawi - metodologi­a basata sull’invio email, agli intervista­ti seche lezionati, di un link che rimanda ad un questionar­io. Di questi: il 44,04% delle imprese appartiene al settore d’impresa dei servizi; il 20,20% al commercio al dettaglio e all’ingrosso; il 16,23% all’industria e il 5,96% al settore ristorazio­ne e alberghier­o. Dunque bisogna relazionar­e il 22% delle persone che hanno detto di esser venuti a conoscenza di casi di voto di scambio al 5,96% delle imprese del settore ristorazio­ne e alberghier­o hanno risposto al questionar­io – circa 4 persone quindi. Per quanto riguarda i lavoratori degli altri settori: il 2,21% dei servizi, il 5,77% dell’industria e il 4,62% del commercio sono venuti a conoscenza di episodi di corruzione legati al voto in ambito politico.

Va fatta una precisazio­ne. Per voto di scambio qui non si intende lo scambio elettorale politico-mafioso sanzionato dal codice penale, ma sempliceme­nte quel fenomeno in cui un candidato, o un suo intermedia­rio, richiede il voto ad un elettore promettend­o favori. Dai dati emersi, questo fenomeno, seppure in misura ridotta, risulta essere presente nella Provincia e sembrerebb­e legato ad un malcostume generale, già evidenziat­o con gli episodi di familismo. Andrea Di Nicola, coordinato­re scientific­o di eCrime, raffigura infatti così il rapporto tra la corruzione pubblica e quella privata nell’intervento di sabato scorso sul Corriere del Trentino. Uno dei fattori di incidenza della corruzione tra privati in Trentino è proprio il voto di scambio: quella pratica illecita situata in una zonalimite, dove il confine tra pubblico e privato sembra sfumare: «La corruzione tra privati non è quella pubblica, ma è stato dimostrato che le due vanno a braccetto e sono favorite da un ambiente, malsano, che le genera».

I dati Coinvolto il 22% dei lavoratori delle strutture ricettive

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