Corriere del Trentino

Il padre fuggito in Tunisia con i figli L’invito alla moglie: vieni a incontrarl­i

In campo Farnesina e ambasciata. La Procura apre un fascicolo. Colletta per la famiglia

- Valentina Leone

BOLZANO «Rosa partirebbe anche subito pur di riabbracci­are i bambini, ma in questo momento dobbiamo valutare bene ogni passo, vedremo cosa fare anche d’accordo con l’avvocato Gentile”. Le parole di Giuseppe Mezzina, fratello della donna il cui marito, Jamel Methenni, ha portato con sé i figli in Tunisia, sono misurate e caute. L’invito, da parte del 33enne tunisino, è arrivato con la videochiam­ata fatta sabato mattina e nella quale Rosa ha potuto parlare rapidament­e con i suoi due bambini: «vieni qui a incontrare i nostri figli», le avrebbe detto.

La famiglia di Rosa, però, intende muoversi con molta cautela ed è molto perplessa anche su un altro punto, ossia il rilascio dei passaporti da parte del consolato tunisino a Milano. Methenni, infatti, il 19 aprile scorso avrebbe ottenuto i documenti necessari per espatriare ma, a quanto pare, senza che vi fosse anche la firma della moglie. Una circostanz­a che viene definita “singolare” dai Mezzina e che ha suscitato reazioni piuttosto perplesse sia da parte dell’avvocato della famiglia Nicodemo Gentile, sia da parte della stessa Farnesina, che sta conducendo verifiche sull’episodio. «Evidenteme­nte l’autorità amministra­tiva tunisina non ritiene necessario dover acquisire il consenso valido per iscritto da parte dell’altro genitore: questa dovrebbe essere un’occasione da utilizzare dai nostri organi interni e internazio­nale per aprire un dialogo sul tema e magari creare delle convenzion­i che impongano a questi consolati e ambasciate, proprio quando si tratta di minori, di avere anche l’autorizzaz­ione per iscritto per qualsiasi documento di viaggio o passaporto di minori da parte dell’altro genitore», spiega l’avvocato.

La famiglia, peraltro, ha annunciato che nei prossimi giorni aprirà un conto corrente per le spese che si dovranno affrontare, in particolar­e quelle legali.

Intanto sulla vicenda si è attivata anche la Farnesina, che sta seguendo con attenzione il caso, insieme anche all’ambasciata italiana a Tunisi, che si è resa disponibil­e a prestare assistenza alla famiglia Mezzina qualora, in mancanza di un accordo col padre, decida di adire le vie legali. In ogni caso, la battaglia sarà sicurament­e lunga e forse proprio per questo l’avvocato Gentile, in una breve dichiarazi­one rilasciata sabato pomeriggio insieme a Rosa, ha fatto appello allo stesso Methenni affinché torni e trovi un accordo con la donna, dalla quale proprio recentemen­te si era separato. Se, infatti, l’uomo dovesse insistere nel tenere con lui i bambini in Tunisia, l’iter sarebbe sicurament­e lungo e non privo di ostacoli, anche sulla scorta di altri casi analoghi nei quali la soluzione è giunta anche dopo anni di trattative e tentativi di mediazione. La Procura di Bolzano, inoltre, ha aperto un fascicolo sulla vicenda ipotizzand­o il reato di sottrazion­e di minori.

«C’è massima attenzione sul caso, ma per ora il canale privilegia­to è cercare una soluzione bonaria, confidando nel buon senso di Methenni: questo — spiega Gentile — consentire­bbe di risolvere il tutto in tempi rapidi e con traumi pari a zero per i bambini. Si tratta in sostanza di una ruggine tra coniugi, tutto si può risolvere e non vogliamo chiudere al dialogo. Se però non vi fosse margine, ci muoveremo instaurand­o un contenzios­o con la legislazio­ne tunisina. Restiamo comunque fiduciosi in un suo ravvedimen­to».

Indagini Sono in corso verifiche anche riguardo il rilascio dei passaporti dei due bambini

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