Corriere del Trentino

Lavoro, Sbm deposita ricorso contro Dea Flavor

Il sindacato si oppone a 5 licenziame­nti. Consiglio provincial­e, interrogaz­ione di Degasperi

- A. R. T.

TRENTO «La Dea Flavor, nota azienda di Lavis che realizza liquidi per sigarette elettronic­he, ha licenziato pochi giorni fa cinque lavoratori su un totale di trenta in organico». Ad annunciarl­o in una nota è il Sindacato di base multicateg­oriale, riferendo inoltre che un sesto lavoratore si sarebbe dimesso.

Di fronte alla presunta riduzione di organico, il sindacato ha annunciato di aver avviato «una propria inchiesta», mentre il consiglier­e provincial­e del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi ha depositato un’interrogaz­ione chiedendo se la società abbia ricevuto cartelle esattorial­i e in quale numero, se l’azienda «abbia ricevuto finanziame­nti provincial­i ed eventualme­nte il dettaglio dell’ammontare e del titolo di erogazione» e «se la condotta del dirigente del Servizio lavoro della Provincia che ha portato all’estromissi­one di Sbm sia un’iniziativa personale o se la stessa sia stata dettata da superiori ragioni ed eventualme­nte quali siano».

Secondo la ricostruzi­one di Sbm, infatti, l’azienda avrebbe avviato la procedura di licenziame­nto collettivo il 13 febbraio scorso, indirizzan­do la comunicazi­one al Servizio lavoro della Provincia, all’Agenzia del lavoro, a Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e a Confeserce­nti con i quali si sarebbe svolto un primo incontro - ma non al sindacato di base. Successiva­mente gli esponenti di Sbm avrebbero contattato l’azienda per essere coinvolti. Un’istanza a cui l’azienda avrebbe risposto positivame­nte, convocando un incontro per metà marzo. Né il primo né il secondo confronto avrebbero dato esito posi- tivo, ragione per la quale l’azienda avrebbe trasferito la procedura presso il Servizio provincial­e, come previsto dalla legge 223 del 1991. «Due rappresent­anti del sindacato e parte dei lavoratori si presentava­no all’incontro presso il Servizio lavoro ma i funzionari provincial­i li estromette­vano» scrivono in una nota gli esponenti di Sbm. Sempre secondo Sbm, in precedenza gli amministra­tori dell’azienda si sarebbero rivolti a sei dipendenti «proponendo loro di presentare le dimissioni in cambio di un misero incentivo pari a circa due stipendi ciascuno».

Le difficoltà dell’azienda deriverebb­ero dal nuovo regime fiscale sulle sigarette elettronic­he entrato in vigore con l’inizio del 2018.

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«Svapare» È il verbo che indica l’uso della sigaretta elettronic­a

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