Corriere del Trentino

Veloce la vita di Schenk

Il nuovo intenso romanzo dell’autrice tedesca per Keller Storia di una donna fra Germania e Francia negli anni ‘50

- di Giancarlo Riccio

Quando tra qualche mese Sylvie Schenk, autrice di questo intensissi­mo Veloce la vita (Keller Editore, 176 pagine, 15,50 euro ) verrà in Italia, almeno nella nostra regione (Roberto Keller non lo esclude anche se non nasconde qualche difficoltà), occorrerà pure parlare con questa inquieta ma sorridente signora di Octave Mirbeau. O, almeno, di impression­ismo. O almeno, ancora, di affresco così come veniva concepito a fine Ottocento. Perché madame Schenk, nata nel 1944 a Chambéry in Francia, studi a Lione e dal 1966 trasferita­si in Germania, nel suo romanzo scritto in tedesco (e tradotto con grande cura da Franco Filice in italiano), se non riannoda qualche trama dell’impression­ismo letterario, allora almeno guarda alle partiture musicali di Satie, di Ravel e di Respighi.

Veloce la vita (il titolo originale è Schnell, dein Leben), è ambientato nel secondo Dopoguerra, lambisce la kalter Krieg, arriva a sfiorare Internet e si nutre di musica. Quella jazz, suonata al piano dall’amico Henry della protagonis­ta. La quale poi sposerà Johannes, la famiglia del quale custodisce un terribile segreto che ha a che fare con la barbarie nazista. E del resto gli spettri delle atrocità hitleriane si intreccian­o nella vita e negli amori della ragazza-donna al centro della storia

Tutto nasce a Lione, dopo la Seconda guerra mondiale. «Come ragazzina degli anni Cinquanta sei consapevol­e dei tuoi complessi di inferiorit­à e preferires­ti essere un maschio. Questo desiderio fa sì che non sposerai mai la causa del femminismo più intransige­nte. Gli uomini sono gli attori più importanti dell’umanità» sono le prime righe, apparentem­ente avulse dalla trama, del manoscritt­o.

La città vive ancora i drammi dell’occupazion­e e della perdita, piange i morti e ricorda con rabbia figure come Klaus Barbie (il boia di Lione). Eppure in un’Europa ferita i primi tentativi di riavvicina­mento passano attraverso gli scambi studentesc­hi e le nuove generazion­i. È in questa città che arriva Louise, lasciando le Alpi francesi e un ambiente famigliare oppressivo. Per lei tutto è nuovo: la vita di una grande città, le avventure, l’amore... Conosce un pianista jazz molto dotato che non riesce ad accettare l’uccisione dei genitori e vive in una antica casa con una biblioteca ormai vuota perché depredata dai nazisti.

Conosce anche Johannes, un ragazzo tedesco, con il quale è amore.

Per lui, Louise lascerà la Francia, si opporrà alla famiglia e sceglierà un nuovo Paese e nuove relazioni... Resta però un dubbio: quello che Henry le ha detto in un misto di rabbia e confidenza prima della sua partenza. Le persone da cui andrà forse non sono così innocenti.

Veloce la vita è un romanzo dalle molteplici letture ma è fondamenta­lmente la bellissima storia di una donna e anche di una coppia che passa attraverso le tempeste e non saprà se ce la farà.

Tutt’attorno un’Europa che deve fare i conti col passato: chi con la rabbia, chi con i segreti, chi con i tremendi sensi di colpa.

Uscito nel 2016 in Germania, Veloce la vita ha conquistat­o lettori e librai tanto da essere scelto come uno dei cinque libri più amati dell’anno dai librai indipenden­ti tedeschi. E Roberto Keller con la sua squadra ha visto ancora una volta lungo e con intuitiva saggezza.

Scegliendo una storia (anche) di confini e di Europa delle febbri ideologich­e e del disagio. E affidandos­i poi a Franco Filici, che condivide con la rigorosa e appassiona­ta Alessandra Iadicicco e con Stefano Zangrando (entrambi svolgono anche attività pubblicist­ica) modalità della traduzione da una lingua all’altra intense, stranianti, di rara onestà intellettu­ale

I giornali tedeschi hanno già sottolinea­to che «Sylvie Schenk è una girovaga — sia nelle Alpi francesi che nelle montagne del Voreifel, sempre tra due mondi, due lingue… Con una leggerezza elegiaca porta i suoi lettori nel lato nascosto delle vite, dove vige l’anarchia e la natura selvaggia».

Di sicuro, ha pubblicato poesie in francese e, dal 1992, ha iniziato a scrivere in tedesco. Vive vicino a Aachen (Aquisgrana) e a La Rochede-Rame, nelle Alte Alpi francesi. Le località del (finto) europeista ante litteram Carlo Magno e delle nevi sempre meno perenni.

Ma non c’è dubbio che siamo di fronte ad una scrittura sensibile e poetica, un condensato di immagini in grado di descrivere Storia e storie di popoli e generazion­i.

Per non dire della storia di una donna, della sua indipenden­za, delle sue scelte e dell’amore, «dei ponti tra le lingue, dei libri letti, dei sogni, delle ombre e delle colpe che ci portiamo dietro» — a volte anche quelle di cui non siamo responsabi­li — della drammatica velocità con cui passa il tempo e con la quale anche la vita più piena si dipana.

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