Ugo Dossi all’«Espace» Sedurre l’osservatore
La personale dell’artista trentino alla Stanza di Bolzano
«L’arte ha il compito di sedurre chi la guarda». E Ugo Dossi, artista di origini trentine e stanziato a Monaco di Baviera dove è nato e ha frequentato negli anni Sessanta la «Akademie der Bildenden Künste», continua da decenni con le sue opere a sedurre l’osservatore, a sviarlo dal tracciato dell’apparente conosciuto per condurlo sulle tracce dell’inconscio e dell’infinitamente impercettibile.
L’artista costruisce i suoi modelli del mondo, riprodotti nelle opere esposte in questi giorni alla galleria Espace La Stanza di Bolzano, attingendo alla scienza e al cosiddetto paranormale. I suoi Vortici nascono da frammenti di immagini colte in nano frazioni di secondo e aprono orizzonti sui fenomeni, che pur restando impercettibili alle capacità sensoriali umane, si intuiscono come fondamento della realtà stessa.
Guardando i suoi lavori, realizzati con tecniche all’avanguardia, che sfruttano il laser per imprimere il disegno o la foto sul retro delle superfici in plexiglas, l’osservatore è irrimediabilmente attratto in un mondo ai confini del percettibile e oltre. La bellezza infine risulta dal metalinguaggio adoperato dall’artista che stravolge i canoni classici.
Nella sua continua ricerca verso il profondo e l’intangibile Ugo Dossi ha sperimentato anche il disegno automatico, invenzione del movimento surrealista, figlio e incarnazione dello spirito del Moderno. Nell’opera Nefer «parola che nella cultura antica egiziana traduceva qualcosa di compiuto e perfetto», spiega Dossi, l’artista combina le linee perfette dei tratti femminili con il disegno inconscio di un feto e di un bacio. Altra fonte creativa di Dossi sono le grandi allegorie della cultura umana di cui le carte dei tarocchi sono a suo avviso «un condensato, create per sfuggire alla censura dei tempi e per tener vivo un pensiero sovversivo verso ogni forma di potere». Di recente l’artista ha portato la sua ultima installazione con tutte le 22 figure dei tarocchi in una mostra collettiva allestita alla Galleria Civica.
Nella mostra personale attuale, singole figure allegoriche compaiono nella composizione di enigmatici ritratti di persone conosciute dall’artista, che ne coglie il profilo in chiave di rebus psicologico e lo associa alle simbologie arcane legate all’oroscopo di ciascuna. Due mostre in pochi mesi a Bolzano per l’artista che ha partecipato a più edizioni di Documenta a Kassel in Germania e alla Biennale di Venezia e che vanta tra i primi mentori Arturo Schwarz nella mitica galleria di Milano, sono indubbiamente un evento per la regione. Quest’ultima mostra inaugurata alla presenza dell’artista e aperta fino a sabato 5 maggio è in particolare un regalo alla città di Bolzano da parte di Pietro Marangoni, presidente dell’Espace La Stanza, che l’ha voluta per festeggiare i quindici anni di attività della galleria.
Grandi allegorie Le carte dei tarocchi sono create per sfuggire alla censura dei tempi e per tener vivo un pensiero sovversivo verso ogni forma di potere