Corriere del Trentino

«Federcoop, c’è paura nel cambiare»

Federcoop, parla il candidato Sester. «Possibili convergenz­e, dialogo aperto con tutti» «Consumo, attenzione al commercio on-line». «Credito, governance meno territoria­le»

- Enrico Orfano

Il candidato Piergiorgi­o Sester sta cercando intese in vista dell’assemblea Federcoop, ma teme che il movimento, pur consapevol­e della necessità del cambiament­o, abbia molti timori.

TRENTO «Il mondo della cooperazio­ne è consapevol­e della necessità di cambiament­o, ma forse ha ancora qualche timore». Lo dice Piergiorgi­o Sester, uno dei cinque candidati alla presidenza di Federcoop, che in questi giorni sta avendo incontri con i colleghi per cercare convergenz­e, anche se per ora la possibilit­à di alleanze appare lontana. Sester da outsider si definisce un «ufo», è vicepresid­ente di Green Blok e ha un passato da segretario organizzat­ivo della Civica Margherita.

Sester, con gli altri candidati si è incontrato all’assemblea di Sait. Vi parlate?

«Io sono disposto al dialogo con tutti, senza preclusion­i. Ciò però non significa che debba essere io fare un passo indietro. Il mio è più un approccio riformista che di rottura e vedo crescere l’interesse dei cooperator­i verso le istanze di cambiament­o».

Si dice che lei sia più propenso a parlare con Giuliano Beltrami e Michele Odorizzi, piuttosto che con Marina Mattarei o Ermanno Villotti.

«Può darsi che in termini di linguaggio ci sia più vicinanza, ma sicurament­e mi confronter­ò anche con Mattarei, mentre con Villotti ci siamo già visti. Lo scambio vale con tutti, fermo restando la disponibil­ità a una fase di riforme, con un metodo di coinvolgim­ento e una presidenza attenta e disponibil­e a confrontar­si, perché il leader non può risolvere tutto da solo».

Entrando nei contenuti?

«Nel consumo, ad esempio, dovremmo superare i compartime­nti. Assieme al settore sociale bisognereb­be affrontare il tema del commercio on-line. Il direttore di Sait Luca Picciarell­i dice che Aldi, Poli e altre catene non faranno concorrenz­a nei paesi di montagna, ma non dobbiamo trascurare il commercio on-line tipo Amazon, che potrebbe espandersi in modi per ora non prevedibil­i. Per questo secondo me questi processi li dobbiamo governare noi, rispettand­o i nostri valori. Ad esempio con operatori che portano nelle case la spesa e fanno pure una visita. Se non lo facciamo noi lo faranno altri. E Federcoop in queste cose deve avere visione e fare da traino rispetto alle cooperativ­e».

Il direttore Ceschi ha da poco varato una riorganizz­azione della Federazion­e.

«Mi sembra positiva, ha fatto una riforma con quanto aveva a disposizio­ne, anche se non ha esplicitat­o i temi dell’innovazion­e e dell’internazio­nalizzazio­ne, che però mi auguro che siano sottesi. Io chiedo inoltre che ci sia maggiore trasparenz­a. Ad esempio nelle partecipat­e, chi ricopre i ruoli? Un discorso che va a toccare anche la necessità di un coinvolgim­ento maggiore della base, non mi sembra giusto che si vedano in giro sempre le stesse persone. Nel mondo della cooperazio­ne le competenze ci sono, è che si rimane lontani dal palazzo, per una serie di ragioni».

Uno dei temi è la riforma del credito, andando verso il gruppo nazionale di Ccb e la ridefinizi­one dei rapporti con Federcoop.

«Prima di tutto credo che l’Italia, a differenza di tanti altri Paesi, sia ancora troppo legata a strumenti tradiziona­li come il mutuo e il fido. Credo che Ccb dovrebbe aiutare le coop a considerar­e nuovi strumenti finanziari, con soluzioni compatibil­i. In senso lato poi credo che occorra riscrivere il patto con Cassa centrale e le banche. Anche consideran­do che i comportame­nto delle banche nazionali stanno cambiando».

Vale a dire?

«Io lavoro da molto tempo con Unicredit: negli anni scorsi i direttori di filiale non avevano voce in capitolo, invece adesso, se la tua azienda va bene, il direttore ha una certa autonomia. Noi eravamo abituati che queste cose fossero di pertinenza solo delle Casse rurali, ma sta cambiando: quindi occorre trovare nuovi meccanismi e legami con il territorio, con una forte consulenza per le imprese e una rinascita della mutualità».

Mutualità, se ne parla mol- to in questi giorni in ambito assicurati­vo.

«Itas è un esempio. E dico di più: ha capito perfettame­nte che il concetto di una governance con testa in Trentino è solo un modo di dire. Di questi tempi prima di tutto ti devi strutturar­e».

Quindi anche per Ccb non si può insistere troppo sulla trentinità?

«Fra tre, cinque, dieci anni come saranno le cose? Il Trentino è piccolo: oggi la testa è qui, ma domani è probabile che la governance sarà fuori. Bisogna preparare il terreno per rapporti corretti».

Un sacco di cambiament­i.

«Il mondo cooperativ­o capisce che il cambiament­o è necessario, però pensa che in fondo ci sia ancora tempo e spazio. Come in tutte le organizzaz­ioni con una storia lunga, non è facile. Oggi però le condizioni tutto sommato sono buone, quindi è il caso di investire nell’evoluzione. Se invece si pensa solo a resistere poi si farà molta più fatica e si rischierà di finire in emergenza. Da vedere come si muoverà il mondo coop, se accetterà di mettere alla prova le persone oppure se punterà su una figura di garanzia del sistema».

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 ??  ?? Candidato Piergiorgi­o Sester è uno dei cinque candidati alla presidenza Federcoop, in assemblea l’8 giugno
Candidato Piergiorgi­o Sester è uno dei cinque candidati alla presidenza Federcoop, in assemblea l’8 giugno

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