Alpini, nei campi ci sono poche docce Sociologia: blitz anarchico e polemiche
Cestari: «Memoria dei caduti, bene comune». Sommadossi: «In noi la cultura della pace»
Iniziano ad animarsi i campi dell’Adunata, con i primi 500 arrivi in via Al Desert. La pioggia non ha dissuaso brindisi e canti, anche se ci sono malumori per le poche docce.
TRENTO La concomitanza con il centenario della Grande Guerra lascia un retrogusto amaro. «Inutile nasconderlo», esordisce Enzo Cestari, presidente della Federazione degli Schützen. Ciò premesso, nessuno ha intenzione di osteggiare l’Adunata e nell’ultima assemblea delle compagnie, pochi giorni fa, il Landeskommandant ne ha discusso con tutti i capitani. Morale: i membri della Federazione non parteciperanno al programma collaterale in costume (particolare dall’alto valore simbolico) ma non protesteranno nemmeno contro il corteo delle penne nere. Un momento di condivisione, in realtà, ci sarà. Sabato, in qualità di capitano della compagnia di Rovereto, Cestari parteciperà alla doppia cerimonia con gli alpini e la fanfara di Ala. Insieme deporranno prima una corona al monumento all’alpino, poi al monumento dei caduti austroungarici (il cosiddetto «monumento degli Schützen»).
«Nessuna protesta e nessuna azione contro l’Adunata — rimarca Cestari — Non c’è nulla di strano nel condividere delle commemorazioni; pensiamo alla Festa della fratellanza a Passo Paradiso». Le occasioni d’incontro tra Schützen e alpini, spiega ancora Cestari, sono frequenti. «Magari silenziose e non annunciate in pompa magna». Del resto, dice il presidente, se si tratta «di ribadire il valore universale della pace e commemorare i caduti di ogni conflitto, siamo tutti uniti. Da sempre». Con moto d’onestà, in ogni modo, il Landeskommandant fa presente un concetto: «Certo — dice Cestari — a noi è dispiaciuta la concomitanza dell’Adunata con il Centenario; niente contro l’Ana, solo questione di un messaggio che può apparire sbagliato». Valutazione pienamente condivisa da Alberto Sommadossi. «Quell’inutile strage — riflette il presidente del circolo Michael Gaismayr — colpì duramente la nostra terra con 12.000 morti e un numero immane di sfollati, a danno soprattutto delle classi popolari e alimentando il reducismo che aprì le porte al fascismo. A un secolo esatto, credo, sarebbe stato più opportuno un momento di riflessione sulla pace, sulla tradizione di convivenza pacifica plurilingue del Tirolo, sul valore dell’Euregio dell’Unione europea, sul messaggio dei suoi padri a partire da Altiero Spinelli».
E aggiunge: «Anche per questo alle bandiere italiana e trentina, avrei affiancato quella europea» Certo, nessuna ostilità verso le tante persone attese per l’Adunata. «Siamo gente accogliente — rimarca Sommadossi — ogni associazione è libera di organizzare iniziative, per molti sarà un momento di festa e lo rispetteremo. Noi ci prepareremo, invece, a un autunno ricco di appuntamenti». Il riferimento è alla Giornata della Memoria dei caduti trentini nella Prima guerra mondiale che sarà celebrata il 14 ottobre per il primo anno, battezzato dalla Provincia proprio in questi giorni. «Fatto importantissimo— continua il presidente — da settembre come circolo partiremo con un ciclo di incontri di approfondimento storico». Spirito in cui pare riconoscersi Franco Panizza. «La giornata del 14 ottobre — rileva il segretario del Patt — riconosce la memoria di tutti i caduti trentini della Grande guerra, il valore dell’Autonomia come frutto della Storia di un territorio che è parte della Repubblica italiana. E che i cittadini la sentano è dimostrato dalle tante bandiere della Provincia che si uniscono a quelle tricolore». E l’Adunata accoglierà anche questo spirito per Panizza: «Gli alpini hanno la simpatia di tutti i trentini che li accoglieranno come costruttori di pace».