San Martino In autunno aprirà «Due punti»
Terza rivendita nel quartiere: lo guideranno da settembre Zappini e Vettori
La libreria che non c’è (ancora), ma ci sarà. Il quartiere San Martino di Trento consolida la sua vocazione di «ecosistema culturale» grazie al terzo punto vendita di volumi in pochi metri, a fianco di «Seggiolina blu» e di «Rileggo».
A promuovere lo spazio — intitolato due punti, proprio per rimarcare il suo essere generativo e aperto verso il rione — sono due trentenni, Federico Zappini e Elisa Vettori, che si sono conosciuti nel coworking di Impact Hub. Presenteranno l’iniziativa sabato nella festa Il fiume che non
c’è. «Apriremo a inizio settembre» annunciano. «Ma durante l’estate saremo uno spazio aperto».
In tempi in cui di solito i negozi di questo tipo chiudono, fiaccati da e-commerce e digitalizzazione onnipresente, San Martino va in controtendenza. Ospitando una nuova libreria «indipendente» (al civico 78 dell’omonima via) — spiegano i promotori — diversa anche nella concezione.
La scommessa è farne uno spazio sociale, con la ragione sociale della cooperativa: «Non per semplici ragioni formali ma perché diventi luogo di cooperazione, collaborazione», spiega Zappini. Si tratterà, prosegue, di «una libreria indipendente, non di una catena, di uno spazio capace di coinvolgere le persone, le realtà cittadine per far sì che diventi luogo di confronto, approfondimento, co-progettazione sociale con il quar- tiere di San Martino, visto come un ecosistema culturale».
Per iniziare il dialogo con il rione si parte sabato, con l’appuntamento «La libreria che non c’è (ancora)» all’interno della festa «Il fiume che non c’è». Alle 15 verrà allestito e inaugurato «Umore urbano», all’incrocio di via Torre Verde, recuperando la guardiola dei vigili urbani grazie a dei pannelli su cui i cittadini potranno scrivere i loro pensieri.
Alle 18 quindi la presentazione del libro «Non sarò mai la brava moglie di nessuno» (edizioni Sem) con l’autrice Nadia Busato. Un romanzo su Evelyn McHale, diventata icona pop nel 1947 per la foto del suo cadavere (intatto) — si era lanciata dall’Empire State Building — pubblicata da Life Magazine.
Riguardo all’offerta, il punto vendita metterà insieme il background dei promotori: Zappini quale esperto di progettazione sociale e Vettori fotografa free lance.
«Avremo — dicono entrambi — saggistica di innovazione sociale e culturale, per la lettura dei contesti sociali e politici, e un’ampia parte di grafica e immagine. Ma sarà anche una libreria decisamente fornita, su 80 metri quadrati. Ci saranno romanzi, centrati sul contemporaneo e delle case editrici indipendenti».
Ma com’è nata l’idea di una libreria in San Martino? Di fatto, spiega Vettori, è maturata nei momenti informali del co-working di via Sanseverino. Zappini le ha sottoposto un questionario sulle qualità che i cittadini cercavano per una nuova libreria a Trento e da lì è arrivata la proposta di Elisa. «Era uno dei miei sogni aprire una libreria, ma pensavo di farlo da vecchia. Faremo convivere le nostre due anime, attirandone altre. Riguardo al nome, i due punti sono sia un segno grafico, due cerchi, sia un segno di interpunzione che apre la questione di un discorso, un elenco di cose. Ci sembrava generativo».
Cosa deve avere infine il nuovo presidio del «cartaceo» per reggere il passo dei tempi? «La libreria non deve essere chiusa dentro se stessa — conclude Vettori —, ma una scusa per guardare quello che c’è fuori. Altrimenti non regge il confronto con Amazon e le catene».
I futuri gestori Vogliamo che diventi luogo di cooperazione Faremo convivere le nostre anime