Troppa puzza, il Comune viene diffidato
Nove commercianti diffidano il Comune. La replica: «Siamo già al lavoro per risolvere»
Nove commercianti di via Belenzani hanno sottoscritto e inviato una lettera di diffida al Comune e alla Novareti, ente gestore dell’impianto fognario cittadino, affinché intervengano per contenere i miasmi provenienti dalle fogne. La puzza, secondo i commercianti, metterebbe in fuga gli avventori dei locali e i clienti dei negozi. «Stiamo già intervenendo per risolvere il problema» replica il Comune.
TRENTO Miasmi, olezzo, folate di cattivo odore che fanno alzare gli avventori dei bari appena accomodatisi ai tavolini, allontanare clienti intenti a guardare le vetrine e quelli in fila per prendere un gelato. È ciò che denunciano nove commercianti della centralissima - e bellissima - via Belenzani. I gestori del Caffè Olimpia, di Subway, della Casa del cioccolato, de La Gelateria, del negozio di calzature Ida, della società Valnigra srl che dirige l’hotel Aquila d’Oro, della boutique Ivanhoe, della Manifatture Lombarde e della ditta Soffio hanno sottoscritto una lettera di diffida trasmessa nei giorni scorsi agli uffici della rete idrica del Comune e alla Novareti, società del gruppo Dolomiti Energia ed ente gestore della rete fognaria. Secondo i commercianti, infatti, quel cattivo odore proverrebbe proprio dalle condutture di scarico.
Nella missiva redatta dall’avvocato Michele Busetti, incaricato dai commercianti di tutelarli in questa vicenda, si evidenzia come tutti gli imprenditori le cui attività insistono su via Belenzani o nelle sue immediate vicinanze «ormai da più anni segnalano l’intollerabile presenza, pressoché costante, di miasmi maleodoranti provenienti, all’evidenza, dalle fognature correnti sotto la sede stradale». I commercianti, attraverso il loro legale, sostengono di aver segnalato «più e più volte» nel corso degli ultimi anni la questione «senza che alla stessa sia mai stato posto rimedio». Nell’ultimo mese, però, la situazione sarebbe precipitata, assumendo caratteri «di vera e propria intollerabilità».
Negli ultimi trenta giorni le folate maleodoranti sarebbero aumentate a tal punto da allontanare i passanti, «impattando negativamente sulle attività commerciali» - continua l’avvocato Busetti - tanto da far registrare un «sensibile» calo degli avventori, colpiti all’olfatto da quell’«insopportabile lezzo». Secondo il legale, «tale fenomeno colpisce in particolare gli imprenditori operanti nel settore della ristorazione e della ricettività alberghiera, i quali sfruttano soprattutto con la bella stagione il diritto di plateatico ponendo sedie e tavolini all’esterno».
Con la lettera di diffida i commercianti concedono dieci giorni all’amministrazione comunale e all’ente gestore per intervenire, dicendosi altrimenti pronti a ricorrere alle vie legali. Nel frattempo si sono attivati per quantificare l’eventuale danno economico.
Da Palazzo Thun, che sta gestendo la vicenda, fanno sapere che tra oggi e lunedì dei tecnici interverranno per individuare il problema. Nel frattempo viene già escluso che la puzza possa derivare da un guasto alla linea delle acque nere, ispezionate accuratamente l’anno scorso durante il radicale intervento di copertura con le guaine delle tubazioni. Di conseguenza quei miasmi potrebbero essere causati da un malfunzionamento della rete di acque bianche. Il primo passo sarà verificare attraverso le telecamere il corretto posizionamento di tutti i collettori. Se tutto dovesse risultare in ordine si passerà allora alla verifica di ogni singolo allacciamento.