Il 90% dei cittadini è orgoglioso dell’ateneo «Ma più collaborazione con il territorio»
Sondaggio Doxa, solo il 10% è fortemente critico. «Gli studenti portano sviluppo economico»
TRENTO Per la prima volta, al di là di una mera percezione che può suffragare questa o quell’altra teoria, numeri e percentuali restituiscono un quadro statistico, tangibile. All’eterna domanda che arrovella docenti e studenti («Quale opinione hanno i cittadini dell’università di Trento?») ora c’è una risposta. Innocenzo Cipolletta, in vista dell’assemblea di ieri, ha infatti commissionato un sondaggio mirato. La sintesi riappacifica decenni di turbolenze: «Ne emerge una complessiva soddisfazione e una grande apertura di credito nei confronti dell’ateneo — recita la relazione — che si traduce in giudizi più che positivi in tutti gli ambiti indagati». Solamente il 10% degli intervistati è fortemente critico e ritiene uno sperpero l’università. Il rimanente 90%, viceversa, ne sostiene l’operato, ritenendolo fonte di sviluppo economico, sociale, culturale. Seppur con alcuni distinguo e con un tarlo ricorrente: il 91,6% dei trentini ritiene che «una più stretta collaborazione tra ateneo e amministrazioni locali sia di fondamentale importanza».
L’analisi offre uno spaccato, quasi antropologico, della popolazione trentina. Condotta in collaborazione con Doxa nella primavera 2018, la ricerca è stata sviluppata con metodologia Cati a un campione di 800 individui rappresentativi degli abitanti della provincia di Trento, di età compresa tra 18 e 65 anni stratificati per genere, età, dimensione del Comune con un sovra-campionamento per i comuni di Trento e Rovereto. Tra le domande somministrate: «Quali sono per i Trentini i punti di forza dell’ateneo di Trento e quali le sue criticità? Quale ruolo ha giocato l’università di Trento nello sviluppo sociale, economico e culturale del territorio e delle due città? Quale rapporto ha la cittadinanza di Trento e Rovereto con l’università e con gli universitari?».
Ed ecco, quindi, le risposte che mostrano qualche differenza tra il capoluogo e la Città della Quercia. Il 90% dei residenti di Trento ritiene che l’ateneo «rappresenti un fattore di crescita culturale», per i roveretani è vero nel 73% delle risposte. Il 72% dei cittadini di Trento ritiene inoltre che l’ateneo «organizzi eventi interessanti»; considerazione che vale solo per il 50% dei roveretani. Ancora: per il 75% dei trentini l’ateneo «rappresenta un elemento di modernità», mentre questa affermazione vale solo per il 48% dei roveretani. Ancora: il 72% dei residenti di Trento pensa che l’università sia «utile alla valorizzazione artistica e culturale», mentre ciò è vero solo nel 59% dei casi.
Fin qui la percezione dell’università nel suo insieme. E gli studenti, invece? Qui l’esito colpisce. L’89% dei residenti di Trento, infatti, è convinto che l’ateneo sia una risorsa economica; il 73% crede che «favoriscano un arricchimento culturale» e il 68% che «partecipino attivamente alle iniziative della città». Solo il 12%, invece, pensa siano «troppi». A Rovereto, invece, il 76% dei cittadini crede che gli studenti siano una risorsa economica; il 71% che favoriscano un arricchimento culturale; il 58% che partecipino attivamente alle iniziative per la città e il 46% — addirittura — che siano pochi.
In definitiva, cosa emerge? Solamente il 10% degli intervistati ha un atteggiamento definito «critico-ostile», ovvero «soggetti decisamente contrari a UniTrento — recita la relazione — Per queste persone l’ateneo non dà vantaggi sociali ed economici al territorio, è solo un costo e non si capisce cosa faccia. In ogni caso, è opportuno che formi prima i trentini». Le persone che hanno risposto, in base all’indagine, hanno completato la scuola dell’obbligo e appartengono alla classe operaia. Tutti gli altri — ovvero il 90% dei cittadini — sono ritenuti sostenitori dell’università, seppur con diversi approcci. Il 45% è «sostenitore-cosmopolita» mentre il 20% sono «sostenitori localisti»; ovvero persone che credono nell’ateneo ma «ritengono che dovrebbe formare prima i trentini».
Il rimanente 25%, infine, rientra nella categoria dei «sostenitori-critici», ossia persone che apprezzano l’operato dell’ateneo ma ritengono «che l’università sia poco interessata al territorio».
Le conclusioni Emerge una complessiva soddisfazione in tutti i quesiti posti