Delsa, no al contratto scuola «Chance persa per i precari»
Sindacato in piazza il 26: «Troppo potere ai presidi»
TRENTO Parte da un’aspra critica al nuovo contratto scuola la protesta del sindacato autonomo Delsa, che ha deciso di scendere in Piazza Dante, il 26 maggio mattina, per manifestare contro la gestione da parte della politica dell’istruzione provinciale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, come spiega il segretario Mauro Pericolo, sarebbe stato il nuovo contratto scuola che interesserà quasi 8.000 docenti.
«La firma posta sulle modifiche contrattuali da parte dei sindacati è stata un’occasione persa per ottenere giustizia su precariato e strapotere dei dirigenti, due temi caldi», chiosa il segretario Delsa. Ipotesi di rinnovo del contratto collettivo provinciale di lavoro (Ccpl) di cui, invece, si erano detti soddisfatti Flc Cgil, Cisl scuola e Uil scuola e Fgu-Gilda. E che il 14 maggio, nel corso dell’assemblea sindacale provinciale, i docenti della scuola statale della Provincia Autonoma di Trento hanno approvato.
Dalla contrattazione Delsa era uscito principalmente per due ragioni. La prima legata al contenuto del contratto nuovo. «Chiedevamo — spiega Pericolo — che nel monte ore di 80 ore fossero incluse le attività riconosciute come funzioni docenti, cosa che invece è stata negata. Inoltre, con le nuove modifiche, i precari, prima di vedersi stipulato il contratto, dovranno ogni anno essere sottoposti a una sorta di periodo di prova e successiva valutazione da parte di altri colleghi appositamente nominati dal dirigente scolastico. Questa norma viola il diritto di parità di trattamento tra insegnanti e accentua ulteriormente il potere nelle mani del dirigente».
Per abrogare quest’ultima norma, Delsa fa sapere che indirà un referendum tra i docenti. «Se non sarà sufficiente la consultazione, contesteremo la norma anche dal punto di vista giudiziario», puntualizza Pericolo. Il referendum chiederà inoltre il ridimensionamento del potere dei dirigenti scolastici, che, sempre da quanto hanno fatto notare alcuni dei 500 iscritti al sindacato, avrebbe «provocato un aumento dei provvedimenti disciplinari pretestuosi».
Il secondo motivo che aveva determinato la fuoriuscita del sindacato autonomo dalla contrattazione era invece legato alla presunta <condotta antisindacale tenuta nei confronti di Delsa, e non delle altre sigle sindacali, da parte del dipartimento della conoscenza e dell’Apran>.