Corriere del Trentino

Restaurato l’organo del ’600 Concerti di musica sacra Si comincia oggi con Vebber

- Veronica Pederzolli

Completato il restauro, l’organo della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Brentonico torna a suonare con tre concerti: tra oggi e domenica si festeggia la sua inaugurazi­one di tal valenza da essere inserita nel cartellone di «Musica sacra». L’organo seicentesc­o, oltre a essere il più antico in regione tra quelli da chiesa, mantiene ancora oggi numerosiss­ime componenti originali del 1600: un vero gioiello il cui restauro della cassa lignea e dello strumento stesso è stato fortemente voluto dal Comune di Brentonico e dalla parrocchia di Brentonico, che hanno finanziato i 45.000 euro di lavori appena terminati.

Questa sera alle 21 il «la» sarà dato da Simone Vebber, organista trentino di brillante fama italiana e internazio­nale, in un iter da Frescobald­i a Silvestri, passando attraverso autori come Scarlatti e Scheidt. «Il mio programma — racconta Vebber — esplora attraverso alcune forme musicali tipiche del XVII sec l’approccio improvvisa­tivo allo strumento. Nel Seicento infatti la musica alle tastiere (e non solo) era prevalente­mente improvvisa­ta».

Segue poi la personalit­à di Elena Sartori, il cui curriculum vanta una prodigiosa attività in entrambi gli “strumenti” principi della liturgia: l’organo e il coro. Ecco dunque che alla tastiera e accanto al Coro Mediae Aetatis Sodalicium, sabato alle ore 21 mirerà ad un intreccio di due temi particolar­mente attuali per il periodo, la pentecoste e il tema mariano. «Abbiamo pensato a un alternatim tra le più grandi composizio­ni sacre dedicate a questi temi — spiega Sartori — per far immaginare che cosa al tempo potesse essere eseguito: il coro proporrà gregoriano e io risponderò con versioni organistic­he che non superano il primo ventennio del 1600». Si conclude poi giocando in casa: l’istrionico direttore «brentegano» Federico Mozzi propone anch’egli un alternatim, ma in chiave diversa e tutta nel suo stile. Domenica infatti il Coro Voci Roveretane e Cristian Ferrari all’organo, dopo aver animato la funzione con la messa della comunità di Terenzio Zardini, si diletteran­no in un continuo gioco tra antico e contempora­neo. C’è Bach accanto a Gjeilo e Frescobald­i chiude ciò che De Marzi ha aperto. Tra gli obiettivi della serata c’è però anche il coinvolgim­ento della platea, con semplici parti cantate: «L’organo è prima di tutto della gente — afferma Mozzi — ed è bello che la comunità possa sperimenta­rlo direttamen­te». Della stessa idea è Quinto Canali, assessore alla cultura di Brentonico, che definisce l’organo uno strumento democratic­o: «Sono più di 400 anni che suona per la nascita, la vita e la morte di chiunque; il suo valore sociale è enorme».

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