Corriere del Trentino

Centrosini­stra, strappo Patt

Rossi-bis, le Stelle Alpine mostrano i muscoli. Fravezzi: prova di forza inutile

- Scarpetta

Il Patt ha preso la porta e se ne è andato. Non dalla coalizione, però, solo dal vertice di ieri, abbandonat­o lasciando agli alleati un documento in cui si fa presente che il partito ha dato a Rossi — evidenteme­nte in qualità di unico possibile candidato — il compito di allargare la coalizione. «Le forzature sono inutili» ribadisce Fravezzi.

Un vertice con colpo di scena quello di ieri pomeriggio in maggioranz­a. La delegazion­e del Patt, dopo la prima ora e mezza di dibattito, ha abbandonat­o la riunione lasciando gli alleati a discutere da soli della possibile alternativ­a a Ugo Rossi. «Non usciamo dalla coalizione» ha chiarito il segretario Franco Panizza, ma il gesto delle Stelle Alpine, a pochi giorni dall’intervista di Ugo Rossi al

Trentino, aveva chiarament­e lo scopo di mostrare plasticame­nte la crescente insofferen­za del partito del presidente.

Prendendo la porta, la delegazion­e autonomist­a ha lasciato agli alleati un lungo documento in cui si ricorda quanto fatto dalla coalizione a livello provincial­e come a livello nazionale, i valori portati avanti, la necessità di recuperare un rapporto più saldo con gli elettori, ma anche quella di fare argine al crescente populismo. Le righe più lette, però, sono state le ultime che per non sfuggire ai lettori più pigri erano anche state sottolinea­te in corsivo. «Il Patt proseguirà nel lavoro di predisposi­zione e definizion­e del programma e delle linee di indirizzo politico e amministra­tivo per la prossima legislatur­a, attivando gli organi e i gruppi di lavoro interni e favorendo il dialogo con le diverse espression­i della società civile. Parallelam­ente, il partito invita il presidente Rossi a continuare la fase di confronto con gli altri soggetti, in un’ottica di rafforzame­nto dell’attuale azione di governo e di rinnovamen­to, migliorame­nto e condivisio­ne delle proposte programmat­iche».

Perché Rossi e non il partito? È la scontata domanda che si sono fatti subito tutti gli alleati e la risposta è ovviamente unanime: il Patt cerca di forzare, affidando direttamen­te al governator­e il ruolo naturale del partito per sottolinea­re che Rossi è e resterà l’unico candidato possibile per le Stelle Alpine.

«Sono sotto ricatto di Rossi» commenta qualcuno che segnala le crepe che si sarebbero aperte nel gruppo consiliare delle Stelle Alpine. Vittori Fravezzi, delegato al tavolo per l’Upt, è più diplomatic­o. «L’ho detto e lo ripeto, le forzature non portano da nessuna parte. Non è con questi sistemi che il Patt otterrà ciò che vuole, anzi. L’incontro è stato importante, abbiamo condiviso la necessità di un allargamen­to tanto nel mondo civico, quanto a sinistra. Sul presidente dobbiamo ancora completare una ricognizio­ne complessiv­a e poi decideremo. Non abbiamo mai escluso a priori che Rossi possa essere confermato, ma se ciò avverrà non sarà attraverso prove di forza».

Anche il capogruppo dell’Upt, Gianpiero Passamani, cerca di non dare troppo peso allo strappo del Patt. «Tutti insieme abbiamo deciso che al Pd spetta il compito di allargarci a sinistra, mentre l’Upt si occuperà del dialogo col mondo civico. Lunedì ci incontrere­mo di nuovo».

«Gli amici del Patt — chiosa il segretario del Pd Giuliano Muzio — a un certo punto si sono un po’ stufati, ma all’inizio hanno anche condiviso ciò che ho detto riportando l’esito della nostra discussion­e di ieri in assemblea. Ci sono dei distinguo, questo è evidente, ma continuiam­o a condivider­e molto. Lunedì credo che saremo in grado di esprimersi positivame­nte sulle possibilit­à di un allargamen­to della coalizione». Il dialogo tra Pd e Mdp è già a buon punto, anche se non è detto che tutto il cartello di Leu sarà della partita. Quanto al mondo civico, si parla di un’imminente decisione di Francesco Valduga e Roberto Oss Emer, ma Muzio ritiene che possano arrivare anche «altri contributi».

Secca resta la posizione dei Verdi, che con Marco Boato hanno ribadito la necessità di «un altro candidato presidente alternativ­o a Rossi, tanto più dopo la sua inaccettab­ile autocandid­atura».

Ma a che punto sta la ricerca di un candidato alternativ­o? Da quello che trapela il progetto è ancora in alto mare. Dopo Rossi, il nome che ha in questo momento maggiori sostenitor­i è quello di Valduga. Il sindaco di Rovereto difficilme­nte potrà essere della partita se non come candidato presidente, ma in casa Pd non si sono dimenticat­i che Valduga è colui che ha spodestato il Pd dal governo di Rovereto e anche nell’Upt più d’uno ritiene che la sua popolarità sia alta solo tra gli addetti ai lavori. La speranza è che il primo cittadino accetti di partecipar­e alla costituent­e dell’Upt senza avanzare pretese presidenzi­ali. C’è poi ancora la carta Carlo Daldoss, le cui quotazioni restano però ancora basse. Il «papa straniero» quello abbastanza lontano da tutti i partiti da poter essere accettato da tutti resta, al momento, di là da venire.

Muzio Tra di noi ci sono dei distinguo, ma condividia­mo ancora molto Lunedì decideremo sul perimetro dell’alleanza

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 ??  ?? Alleati Il centrosini­stra autonomist­a è ancora lontano dall’intesa sul candidato presidente (Rensi)
Alleati Il centrosini­stra autonomist­a è ancora lontano dall’intesa sul candidato presidente (Rensi)

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