Corriere del Trentino

Spettacolo «Fa’afafine» boicottato da metà scuole

Genitori democratic­i: «Proteste no-gender preoccupan­ti, metà scuole hanno boicottato»

- Marika Damaggio

La metà delle scuole, recitano i dati del Santa Chiara, si ritirò dallo spettacolo Fa’afafine.

TRENTO L’incontro, promosso da Cgil, Federazion­e lavoratori della conoscenza, Uil scuola e Coordiname­nto genitori democratic­i, in un colpo solo assolverà a due compiti. Il primo: «Considerar­e da un punto di vista giuridico le pretese di quei genitori che rivendican­o un monopolio su ciò che può essere insegnato ai propri figli nella scuola pubblica, oltre che privata (ossia il movimento cosiddetto no-gender)», spiega Alexander Schuster. Il secondo: alzare il velo di Maya e presentare dei dati, paradigmat­ici, circa la maturità del Trentino a proposito di educazione sessuale, affettiva e parità di genere.

È con simili presuppost­i che, a partire dalle 14.30, nell’aula Kessler di Sociologia, oggi si terrà il workshop «Diritti e doveri nelle scuole della Repubblica». Una riflession­e attuale quanto meritoria di uno spazio per affrontare la complessit­à di un tema che, non più tardi di un anno fa, ha animato il dibattito pubblico trentino. Elevati a caso paradigmat­ico, durante il convegno saranno infatti presentati i dati dello spettacolo teatrale «Fa’afafine». Spettacolo che, tra l’altro, ha ricevuto il patrocinio di Amnesty Internatio­nal «per aver affrontato in modo significat­ivo un tema particolar­mente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresent­ando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani» (ossia la difficoltà a identifica­rsi in un sesso o nell’altro). Morale: il Comitato per i laici trentini ha chiesto e ottenuto dal Centro Santa Chiara di Trento i numeri ufficiali. Rispetto alle altre piéce per ragazzi, questa è stata l’unica a registrare un dietrofron­t: dalle 182 prenotazio­ni s’è passati a soli 90 presenti. La metà delle scuole si sono quindi ritirate. «Il Coordiname­nto rileva con preoccupaz­ione quanto avviene in Trentino, terra in cui dirigenti e docenti hanno ceduto rispetto alla tesi per cui occorre il consenso dei genitori per attività curricular­i che si svolgono negli orari della scuola dell’obbligo — rimarca Schuster a nome del coordiname­nto — La circolare di Rossi del 7 febbraio 2017 era di fatto rivolta allo spettacolo Fa’afafine, affermando che la stessa era attività integrativ­a. Lo spettacolo si svolgeva la mattina nell’orario della scuola dell’obbligo. L’ultimo paragrafo della lettera lascia intendere la perentorie­tà del pensiero del presidente della giunta. Ciò ha fatto sì che metà delle scuole che avevano aderito allo spettacolo Fa’afafine si tirassero indietro all’ultimo. La percentual­e esatta di chi si è chiamato fuori all’ultimo è pari a -51%, ovvero rispetto a 182 posti prenotati, solo 90 fra alunni e accompagna­tori si sono presentati. Alcune scuole hanno quindi preferito non portare altre 92 persone allo spettacolo». Ancora: «Ci domandiamo come sia possibile che il presidente Rossi abbia leso la credibilit­à di un ente funzionale della stessa Provincia, quale è il Centro culturale Santa Chiara, “mettendo in guardia” le scuole che per questo (e non altri) spettacoli fosse necessario il consenso espresso». Nel corso del convegno, Mario Perini dell’Università di Siena porrà al vaglio la legittimit­à di linee guida «che — prosegue Schuster — consentono ai genitori di obiettare ai contenuti impartiti durante l’orario curricolar­e e di non far frequentar­e ai propri figli la scuola dell’obbligo, senza addurre alcuna motivazion­e per l’assenza». Ora la querelle potrebbe fissare un principio: «Come Coordiname­nto intendiamo impugnare davanti ad un giudice le linee guida di Rossi perché ne sia dichiarata la palese illegittim­ità».

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Per ragazzi La messa in scena dello spettacolo «Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro»

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