Corriere del Trentino

Verna: «Giornalism­o, la priorità è la riforma»

Forum sull’informazio­ne. Solidariet­à ai dorsi di Rcs. Macelloni (Inpgi): pensioni ridicole

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TRENTO «La riforma è il primo obiettivo. Ma anche il secondo e il terzo». Carlo Verna, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalist­i è chiaro: «Non sarà più possibile ottenere il tesserino lavorando in una redazione — sostiene — sarà necessaria, almeno in parte, una formazione accademica». Il rischio, altrimenti, è «continuare a validare un sistema basato sullo sfruttamen­to». Non solo. Indispensa­bile, secondo la presidente Inpgi Marina Macelloni, è «un intervento complessiv­o che riordini il sistema dell’informazio­ne, gli ridia dignità e lo ridefinisc­a secondo quanto si vede nella realtà di tutti i giorni». Per rimetterlo in moto, invece, «la chiave è la qualità — afferma il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso — senza di essa non c’è più democrazia».

I vertici nazionali della categoria si sono ritrovati ieri pomeriggio a Trento al primo forum sull’informazio­ne in regione promosso dal sindacato dei giornalist­i. Un momento di confronto per realizzare — se ce ne fosse ancora bisogno — che «il Trentino Alto Adige non è più un’isola felice» come sintetizza efficaceme­nte il segretario del sindacato Rocco Cerone. Un appuntamen­to per riflettere sullo stato di salute dell’informazio­ne in regione a breve distanza dalla chiusura di Radio Trentino in blu e dal recentissi­mo piano di riorganizz­azione dei dorsi locali di Rcs che interessa il Corriere del Trentino e dell’Alto Adige. «L’informazio­ne si paga, questo è il tema — esordisce il direttore dei due giornali Enrico Franco, al quale tutti i colleghi, Alberto Faustini (Trentino) e Pierangelo Giovanetti (l’Adige) in testa, esprimono solidariet­à — insieme alla difesa dell’informazio­ne, cosa che gli editori non fanno a sufficienz­a. Non è più possibile, inoltre, che le notizie vengano prese dai siti e regalate. Si dovrebbe anche ragionare sulle strategie imprendito­riali».

«Ciò che sta per succedere al Corriere del Trentino e dell’Alto Adige è il paradigma di come ormai gli editori intendano l’informazio­ne in questo Paese — osserva Lorusso — a fronte di una perdita che in un’azienda come Rcs si può ripianare in un battito di ciglia non è accettabil­e che si vogliano potenziare i desk per far arrivare

l’informazio­ne dai collaborat­ori: appaltare il lavoro all’esterno a giornalist­i senza tutele, diritti o garanzie è la fine della profession­e». Uno scenario prefigurat­o anche dai numeri dell’istituto di previdenza, che ha chiuso il 2017 con una perdita di cento milioni di euro e 900 rapporti di lavoro attivi, mentre la gestione separata ha realizzato 50 milioni di utili: «Chi vi è iscritto, tuttavia, guadagna in media 9.000 euro l’anno e avrà pensioni ridicole» chiosa Macelloni, per la quale si dovrebbe «chiedere una legge di sistema al governo». Gianpaolo Pedrotti, capo ufficio stampa della Provincia, ha invece ricordato la legge provincial­e sull’editoria pensata proprio per affrontare questa transizion­e e già applicata in sede locale.

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(Rensi) Confronto Il forum sull’informazio ne che si è tenuto ieri nella sede del Consorzio dei Comuni

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