Corriere del Trentino

IL SALVAGENTE DELLA BELLEZZA

- di Pino Scaglione

La distanza tra politica e bellezza, idee e progetto, è fin troppo evidente nello stallo politico nazionale e locale. Si fa fatica ad andare oltre il quotidiano, il localismo, l’individual­ismo. A ben guardare, in Trentino come in altre parti d’Italia, gran parte delle iniziative d’interesse muovono da investimen­ti privati. Non solo, nelle attività turistico-culturali il passo lungo è quello di giovani, associazio­ni, società che vogliono ancora investire sul futuro dei nostri luoghi. Se c’è un modello di politica dei luoghi, di valorizzaz­ione delle arti e del paesaggio da indicare a esempio, questo è senza dubbio Arte Sella, la più internazio­nale delle location trentine. Sotto la regia di Emanuele Montibelle­r e Giacomo Bianchi, con il sostegno del Politecnic­o di Milano, Arte Sella ha inaugurato la stagione dell’architettu­ra nella natura con l’opera «Kodama» di Kengo Kuma. Si tratta di un’installazi­one all’interno del bosco; una vera opera poetica firmata dal sensibile architetto nipponico — di cui da anni attendiamo la nuova Manifattur­a a Rovereto — che tra profumi di larice e betulle dialoga con lo spazio naturale. Una piccola architettu­ra con tecnica a incastro giapponese, ma significat­o neo rinascimen­tale. Kuma rimette al centro l’uomo, con attorno il paesaggio, costruendo una trama attraverso le geometrie del legno. In occasione della recente presentazi­one del progetto a Malga Costa, cui seguiranno altre opere di architetti, strideva la totale assenza di politici e amministra­tori; viceversa molti erano i turisti, i cittadini, gli allievi, i profession­isti. Purtroppo, e non senza amarezza, proprio in occasioni come queste occorre notare come ormai la politica non riesca più a comprender­e i messaggi importanti di un nuovo e possibile legame con le persone, l’abitare i luoghi, il vivere lo spazio, la natura, i paesaggi. Un modello che passa per un nuovo concetto di bellezza, più pratica e meno aulica, della quale l’architettu­ra e le arti sono la massima essenza in quanto messaggi universalm­ente condivisib­ili. Messaggi ancor più necessari in un momento di grandi difficoltà in cui ogni idea che sappia tracciare una prospettiv­a diversa, dare fiducia e infondere bellezza, diventano un «salvagente» al quale aggrappars­i nel mare agitato della nostra inquieta società. Impari, dunque, la politica prendendo spunto dal vivere tra la gente con idee e strumenti nuovi, accorciand­o così la distanza tra il palazzo e le persone.

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