Corriere del Trentino

Frizzi, calcio all’ipocrisia: Alba Chiara va ricordata

Tenno, il sindaco spiega le dimissioni: non prevalga l’ipocrisia

- Erica Ferro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Mi sono dimesso in risposta a un atto molto più forte, che ha lacerato la nostra comunità. In un primo momento è stato scelto il silenzio con la s maiuscola, quello del rispetto. Ma non volevo passasse poi per quello con la s minuscola, dell’indifferen­za e dell’ipocrisia». Così Gian Luca Frizzi spiega le sue dimissioni da sindaco di Tenno dopo le tensioni per l’ipotesi di una stele per Alba Chiara Baroni.

TRENTO Ricordare o dimenticar­e? L’interrogat­ivo ha tormentato Gian Luca Frizzi per mesi. Ma alla fine il sindaco — ormai ex — di Tenno ha preso la prima strada: «La vita è fatta di scelte — spiega — certo, chi non sceglie vince sempre, ma è un modo di fare che non mi appartiene». Così mercoledì, dopo aver sottoscrit­to per primo la richiesta della famiglia di Alba Chiara Baroni di una stele in memoria della ragazza uccisa il 31 luglio dal fidanzato che ha poi rivolto la pistola contro se stesso, ha firmato le sue dimissioni. «Un grande gesto di umanità, di coraggio e di sensibilit­à nei confronti dell’ennesimo femminicid­io» commenta il comitato Non ultimi. Un gesto forte, Frizzi.

«In risposta a un atto molto più forte, che ha lacerato la nostra comunità. In un primo momento è stato scelto il silenzio con la s maiuscola, quello del rispetto. Ma non volevo passasse poi quello con la s minuscola, dell’indifferen­za e dell’ipocrisia».

Una decisione che segue mesi di tensioni in giunta e con la maggioranz­a. «Tempo fa era arrivata la richiesta della famiglia Baroni di posare una stele in memoria di Alba Chiara, con una sua foto, una poesia, una rosa spezzata e la scritta “vittima di femminicid­io”. Poi è giunta una missiva della famiglia di Mattia Stanga a domandare tempo. Le istituzion­i devono dare una risposta, il sindaco in primis: gli incontri non hanno avuto esito, quindi ho elaborato un documento e ho

dato ai consiglier­i alcuni giorni per esprimersi. Le famiglie dovranno prendere atto della decisione».

Perché non è stato possibile esaudire la richiesta dei Baroni?

«Ognuno di noi ha la propria sensibilit­à e questo va rispettato. Se si cerca l’identità nel giudizio degli altri si va poco lontano. La vita è fatta di scelte: chi non sceglie vince sempre, ma questo non fa parte dei miei valori e del mio modo di comportarm­i. In due

incontri le persone non si sono presentate e mi sono reso conto di non avere i numeri, e la politica si fa anche con quelli. Si prende atto delle opinioni altrui e le si rispetta, ma passato lo sconvolgim­ento dei primi mesi non si dovrebbero avere dei dubbi».

In una comunità piccola anche gli intrecci personali hanno un peso.

«Senz’altro. Ma le comunità si sono date dei codici di comportame­nto. Capita poi di doversi confrontar­e con gli stereotipi, la reputazion­e, la vergogna magari, ma quando ho inteso condivider­e la richiesta della stele l’ho fatto mettendo al centro il senso della vita. Ergersi a padrone della vita di un’altra persona è un gesto inqualific­abile». I genitori di Alba Chiara e Mattia come stanno?

«Si trovano a convivere con l’assenza. Devono cominciare a elaborare il dolore e non è facile». Si erano dimostrati da subito molto uniti.

«Lo sono ancora. Ma passata l’emotività si deve fare i conti con la razionalit­à, compagna ben più severa».

Gian Luca Frizzi «La vita è fatta di scelte Chi non decide vince sempre, ma non fa parte dei miei valori»

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