Frizzi, calcio all’ipocrisia: Alba Chiara va ricordata
Tenno, il sindaco spiega le dimissioni: non prevalga l’ipocrisia
«Mi sono dimesso in risposta a un atto molto più forte, che ha lacerato la nostra comunità. In un primo momento è stato scelto il silenzio con la s maiuscola, quello del rispetto. Ma non volevo passasse poi per quello con la s minuscola, dell’indifferenza e dell’ipocrisia». Così Gian Luca Frizzi spiega le sue dimissioni da sindaco di Tenno dopo le tensioni per l’ipotesi di una stele per Alba Chiara Baroni.
TRENTO Ricordare o dimenticare? L’interrogativo ha tormentato Gian Luca Frizzi per mesi. Ma alla fine il sindaco — ormai ex — di Tenno ha preso la prima strada: «La vita è fatta di scelte — spiega — certo, chi non sceglie vince sempre, ma è un modo di fare che non mi appartiene». Così mercoledì, dopo aver sottoscritto per primo la richiesta della famiglia di Alba Chiara Baroni di una stele in memoria della ragazza uccisa il 31 luglio dal fidanzato che ha poi rivolto la pistola contro se stesso, ha firmato le sue dimissioni. «Un grande gesto di umanità, di coraggio e di sensibilità nei confronti dell’ennesimo femminicidio» commenta il comitato Non ultimi. Un gesto forte, Frizzi.
«In risposta a un atto molto più forte, che ha lacerato la nostra comunità. In un primo momento è stato scelto il silenzio con la s maiuscola, quello del rispetto. Ma non volevo passasse poi quello con la s minuscola, dell’indifferenza e dell’ipocrisia».
Una decisione che segue mesi di tensioni in giunta e con la maggioranza. «Tempo fa era arrivata la richiesta della famiglia Baroni di posare una stele in memoria di Alba Chiara, con una sua foto, una poesia, una rosa spezzata e la scritta “vittima di femminicidio”. Poi è giunta una missiva della famiglia di Mattia Stanga a domandare tempo. Le istituzioni devono dare una risposta, il sindaco in primis: gli incontri non hanno avuto esito, quindi ho elaborato un documento e ho
dato ai consiglieri alcuni giorni per esprimersi. Le famiglie dovranno prendere atto della decisione».
Perché non è stato possibile esaudire la richiesta dei Baroni?
«Ognuno di noi ha la propria sensibilità e questo va rispettato. Se si cerca l’identità nel giudizio degli altri si va poco lontano. La vita è fatta di scelte: chi non sceglie vince sempre, ma questo non fa parte dei miei valori e del mio modo di comportarmi. In due
incontri le persone non si sono presentate e mi sono reso conto di non avere i numeri, e la politica si fa anche con quelli. Si prende atto delle opinioni altrui e le si rispetta, ma passato lo sconvolgimento dei primi mesi non si dovrebbero avere dei dubbi».
In una comunità piccola anche gli intrecci personali hanno un peso.
«Senz’altro. Ma le comunità si sono date dei codici di comportamento. Capita poi di doversi confrontare con gli stereotipi, la reputazione, la vergogna magari, ma quando ho inteso condividere la richiesta della stele l’ho fatto mettendo al centro il senso della vita. Ergersi a padrone della vita di un’altra persona è un gesto inqualificabile». I genitori di Alba Chiara e Mattia come stanno?
«Si trovano a convivere con l’assenza. Devono cominciare a elaborare il dolore e non è facile». Si erano dimostrati da subito molto uniti.
«Lo sono ancora. Ma passata l’emotività si deve fare i conti con la razionalità, compagna ben più severa».
Gian Luca Frizzi «La vita è fatta di scelte Chi non decide vince sempre, ma non fa parte dei miei valori»