Autonomia, messi in salvo 300 milioni
Consulta, governo bocciato. Patto di garanzia blindato: nessun contributo ulteriore
Le Province di Trento e Bolzano tirano un sospiro di sollievo: sono salvi i 150 milioni a testa che le amministrazioni rischiavano di dover versare nelle casse dello Stato. A scrivere la parola fine alla vicenda è stata la sentenza della Corte costituzionale, secondo la quale il «patto di garanzia» siglato nell’ottobre del 2014 tra le due Province e Roma blinda le risorse delle due Autonomie. Soddisfatti i governatori Ugo Rossi e Arno Kompatscher.
BOLZANO Trento e Bolzano possono tirare un sospiro di sollievo: quei 150 milioni a testa che hanno rischiato di dover versare nelle casse dello Stato non sono dovuti. A scrivere l’amen che chiude senza possibilità di replica la spinosa questione è la sentenza della Corte costituzionale secondo cui il «patto di garanzia», siglato nell’ottobre 2014 tra le due Province e Roma, blinda le risorse delle due autonomie locali. Specifica resa necessaria date alcune disposizioni della legge statale di bilancio per l’anno finanziario 2017 e per il triennio 20172019 impugnate da Palazzo Widmann e Piazza Dante, così come da tutte le altre autonomie speciali, perché si richiedevano ulteriori contributi quale concorso al finanziamento della spesa sanitaria: 31 milioni di euro nel 2017, 52 nel 2018 e 70 dal 2019.
Una prospettiva ora definitivamente sfumata. Il passaggio-chiave del verdetto depositato mercoledì è quello che stabilisce come l’accordo finanziario (il famoso «patto di garanzia») resti inalterato, essendo «l’unico a godere di una particolare stabilità in quanto, nel ridefinire comnuale, plessivamente, fino al 2022, i rapporti finanziari, esclude la possibilità di modifiche peggiorative salvo esigenze eccezionali di finanza pubblica e per importi già predefiniti nel patto». In buona sostanza, la Corte costituzionale riconosce che, in termini generali, anche le autonomie speciali sono tenute a fornire il contributo finanziario in questione, ma per le sole Province di Trento e Bolzano e per la Regione Trentino Alto Adige/ Sudtirol il contributo in oggetto non è dovuto in quanto non possono esserci modifiche peggiorative rispetto agli importi previsti dal «patto di garanzia». Questione chiusa.
«Si tratta di una sentenza pilastro per l’autonomia finanziaria della Provincia — commenta il presidente Kompatscher —. I patti finanziari stipulati dalle altre autonomie non hanno scongiurato l’imposizione di ulteriori contributi alla finanza pubblica, mentre il nostro patto di garanzia ha tenuto all’esame della Consulta». Il segretario generale della Provincia, Eros Magnago, spiega il perché: «Durante le trattative del patto di garanzia siamo riusciti a fissare non un importo an- ma un criterio preciso» che parametra il contributo della Provincia al costo del debito pubblico. «Una scelta politica lungimirante che permette al nostro sistema di autogoverno di poter contare su risorse certe e stabili anche per i prossimi anni — commenta il presidente trentino Ugo Rossi —. Dimostrazione del positivo lavoro fatto assieme a Bolzano». La cifra è dunque fissa fino al 2022: 476 milioni per Bolzano e 429 per Trento, circa l’1% del costo del debito nel 2014.
Sono escluse modifiche negative, salvo esigenze eccezionali di finanza pubblica e per importi predefiniti