Corriere del Trentino

Autonomia, messi in salvo 300 milioni

Consulta, governo bocciato. Patto di garanzia blindato: nessun contributo ulteriore

- Silvia M. C. Senette

Le Province di Trento e Bolzano tirano un sospiro di sollievo: sono salvi i 150 milioni a testa che le amministra­zioni rischiavan­o di dover versare nelle casse dello Stato. A scrivere la parola fine alla vicenda è stata la sentenza della Corte costituzio­nale, secondo la quale il «patto di garanzia» siglato nell’ottobre del 2014 tra le due Province e Roma blinda le risorse delle due Autonomie. Soddisfatt­i i governator­i Ugo Rossi e Arno Kompatsche­r.

BOLZANO Trento e Bolzano possono tirare un sospiro di sollievo: quei 150 milioni a testa che hanno rischiato di dover versare nelle casse dello Stato non sono dovuti. A scrivere l’amen che chiude senza possibilit­à di replica la spinosa questione è la sentenza della Corte costituzio­nale secondo cui il «patto di garanzia», siglato nell’ottobre 2014 tra le due Province e Roma, blinda le risorse delle due autonomie locali. Specifica resa necessaria date alcune disposizio­ni della legge statale di bilancio per l’anno finanziari­o 2017 e per il triennio 20172019 impugnate da Palazzo Widmann e Piazza Dante, così come da tutte le altre autonomie speciali, perché si richiedeva­no ulteriori contributi quale concorso al finanziame­nto della spesa sanitaria: 31 milioni di euro nel 2017, 52 nel 2018 e 70 dal 2019.

Una prospettiv­a ora definitiva­mente sfumata. Il passaggio-chiave del verdetto depositato mercoledì è quello che stabilisce come l’accordo finanziari­o (il famoso «patto di garanzia») resti inalterato, essendo «l’unico a godere di una particolar­e stabilità in quanto, nel ridefinire comnuale, plessivame­nte, fino al 2022, i rapporti finanziari, esclude la possibilit­à di modifiche peggiorati­ve salvo esigenze eccezional­i di finanza pubblica e per importi già predefinit­i nel patto». In buona sostanza, la Corte costituzio­nale riconosce che, in termini generali, anche le autonomie speciali sono tenute a fornire il contributo finanziari­o in questione, ma per le sole Province di Trento e Bolzano e per la Regione Trentino Alto Adige/ Sudtirol il contributo in oggetto non è dovuto in quanto non possono esserci modifiche peggiorati­ve rispetto agli importi previsti dal «patto di garanzia». Questione chiusa.

«Si tratta di una sentenza pilastro per l’autonomia finanziari­a della Provincia — commenta il presidente Kompatsche­r —. I patti finanziari stipulati dalle altre autonomie non hanno scongiurat­o l’imposizion­e di ulteriori contributi alla finanza pubblica, mentre il nostro patto di garanzia ha tenuto all’esame della Consulta». Il segretario generale della Provincia, Eros Magnago, spiega il perché: «Durante le trattative del patto di garanzia siamo riusciti a fissare non un importo an- ma un criterio preciso» che parametra il contributo della Provincia al costo del debito pubblico. «Una scelta politica lungimiran­te che permette al nostro sistema di autogovern­o di poter contare su risorse certe e stabili anche per i prossimi anni — commenta il presidente trentino Ugo Rossi —. Dimostrazi­one del positivo lavoro fatto assieme a Bolzano». La cifra è dunque fissa fino al 2022: 476 milioni per Bolzano e 429 per Trento, circa l’1% del costo del debito nel 2014.

Sono escluse modifiche negative, salvo esigenze eccezional­i di finanza pubblica e per importi predefinit­i

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