Il lato oscuro dell’uomo Stecher al Museo civico
La pittura di Christian Stecher non è alla ricerca di facili consensi, senza cedere alla tentazione di fare concessioni all’osservatore, a volte lo mette in difficoltà, se non addirittura a disagio. I suoi dipinti trattano della vita e della morte, del dolore e della felicità, dell’uomo in tutta la sua complessità, senza prendere in giro lo spettatore, la vita spesso è difficile, e l’arte rappresenta, priva di ipocrisia, questo stato precario. Classe 1958, l’artista originario di Malles sarà protagonista di una mostra che il Museo civico di Brunico dedicherà alle sue opere, a partire da oggi. L’inaugurazione ufficiale comincerà a partire dalle 19.
Sospeso tra mondi molto distanti tra loro — e non solo da un punto di vista geografico — Christian Stecher si divide tra San Valentino alla Muta, Città del Messico e Merida, nello Yucatan, dove trascorre sei mesi all’anno, impegnato nel proprio atelier. Dagli anni ’90 espone le sue opere in diverse mostre in Italia e all’estero. Nella mostra presentata a Brunico l’artista espone una serie di lavori — alcuni dei quali realizzati appositamente per l’occasione — raccolti all’interno di cicli tematici, al centro dei quali come sempre campeggia l’uomo, analizzato attraverso la propria esistenza ed essenza. La pittura di Christian Stecher è spesso impegnata a narrare racconti che attingono allo stesso modo dalla realtà, come dall’inconscio, sospesa in questa dicotomia all’interno della quale i colori si fanno strumenti per la rappresentazione di metafore che affrontano i sentimenti e le esperienze centrali dell’esistenza.
Con grande capacità di sintesi l’artista altoatesino, grazie a poche linee e tratti, riesce a rappresentare l’uomo e il suo lato oscuro, attraverso opere fortemente espressive, all’interno delle quali trovano spazio anche sentimenti positivi, come la speranza. L’essere umano all’interno delle opere di Stecher così resta sospeso, tra la disperazione e la fiducia nel futuro, la rassegnazione e la voglia di combattere, lacerato all’interno di una metafora che tratta ugualmente della vita e della morte.
Anche i paesaggi sono impegnati a dare forma al mondo interiore, attraverso il loro essere espressione di sentimenti, sensazioni e tracce di un vissuto che si affolla di ricordi. Il paesaggio, tra natura e impronte urbane, esprime la forza vitale della vegetazione, ricorrendo al potere evocativo e comunicativo del colore. Questi paesaggi dell’anima, assieme alla luce, costituiscono gli elementi essenziali della pittura di Christian Stecher. La mostra proseguirà fino al 1 luglio (orari d’apertura: martedì–venerdì 15–18, sabato e domenica 10 – 12).