Sedicenne diffamata attraverso Instagram
La «storia» aveva coinvolto trenta ragazzi. Ascione: «Non tutti trovano la forza di parlarne»
«I ragazzi devono prestare TRENTO particolare attenzione a ciò che fanno, non solo per eventuali conseguenze penalmente rilevanti, ma soprattutto per ciò che può accadere alle vittime dei loro gesti. Per fortuna, in questo caso, la giovane ha avuto la forza e il coraggio di parlarne». Quello di Salvatore Ascione è un appello ai giovani, sempre più avvezzi all’uso di nuove tecnologie e canali di comunicazione ma a volte senza la dovuta cautela.
L’invito del vicequestore di Trento ha accompagnato ieri l’illustrazione di un’indagine condotta dagli agenti della squadra mobile e della polizia postale in seguito alla denuncia sporta da una giovane trentina. La ragazza, minorenne, aveva conosciuto un gruppo di sei coetanei e compaesani nel corso di una festa.
L’indomani la giovane si sarebbe vista taggata e diffamata in una «Instagram story», una funzionalità per condividere sul social network la propria quotidianità utilizzando frasi, foto e video, automaticamente cancellati dopo 24 ore. Nel caso specifico non sarebbero state diffuse immagini della ragazzina, ma sarebbe comparsa una frase offensiva accompagnata dal suo nome e cognome. La «storia» avrebbe finito per coinvolgere una trentina di giovani ragazzi ma nei guai sono finiti solamente i sei che la giovane aveva conosciuto alla festa. Incaricati dall’autorità giudiziaria, gli agenti hanno eseguito alcune perquisizioni, durante le quali uno dei sei avrebbe ammesso di aver creato la «storia» e di aver taggato la coetanea.
Ora la Procura sta vagliando la posizione dei sei, indagati per diffamazione aggravata a mezzo stampa.
«Forse tutto è nato per scherzo — commenta Ascione — ma gli effetti su chi lo subisce possono essere molto gravi».
Funzionalità Con le «Stories» si possono condividere per 24 ore frasi, foto e video. Poi si cancellano