Trento, le cinque sfide per rinascere
Esce il libro dell’architetto Franceschini. Dialogo con Marika Giovannini sulla città
Cinque sfide per il futuro del capoluogo: dalla mobilità al verde, dalla rigenerazione alle soluzioni «smart» per sicurezza e innovazione. A indicarle è il vicepresidente dell’Ordine degli architetti Alessandro Franceschini nel volume «Un progetto per Trento», realizzato in collaborazione con Marika Giovannini. «Non un manifesto politico, ma un programma di lavoro, un contributo al dibattito sul futuro del capoluogo» precisa l’architetto.
TRENTO Sfatare il tabù della sostituzione edilizia e rigenerare l’architettura esistente; valorizzare il verde come «elemento strutturante la forma urbana»; costruire una nuova mobilità, rapida, interconnessa e sostenibile; scegliere la progettazione più adeguata per innalzare il livello di percezione della sicurezza e diventare davvero una città «smart», attraverso un’evoluzione informatica in grado di risolvere problematiche che interessano tutti i cittadini.
Cinque sfide per un capoluogo secondo Alessandro Franceschini. In altre parole, «Un progetto per Trento», la città del domani, come il titolo del libro scritto in collaborazione con la giornalista del
Corriere del Trentino Marika Giovannini e appena dato alle stampe. «Un contributo al dibattito sul futuro della città» spiega il vicepresidente dell’Ordine degli architetti. Una discussione alla quale partecipa ormai da una decina d’anni: ricca, fin troppo. Tanto da risultare confusa. Al punto da evidenziare la mancanza di «un’idea collettiva di futuro»: «Il vero salto di qualità sarebbe la costruzione di un percorso che portasse alla condivisione collettiva di una progettualità comune — spiega Franceschini — la politica è sempre attenta ai dettagli e perde di vista la visione d’insieme: dovrebbe fare lo sforzo di allargare il dibattito oltre i portatori d’interesse, verso una sintesi capace di diventare patrimonio collettivo». A maggior ragione oggi che le politiche urbanistiche per il capoluogo degli anni Ottanta e Novanta hanno concluso il proprio ciclo e il mondo, Trento compresa, sta attraversando un periodo di cambiamenti epocali (si pensi, ad esempio, a quanto l’avvento dei veicoli a guida autonoma, utilizzati in maniera condivisa, andrebbe a cambiare il volto di una città).
Gli autori si soffermano su dati e studi, allargano lo sguardo ai quattro angoli del pianeta e delineano, sempre attraverso la fruibile modalità dell’intervista, l’importanza che la città ha rivestito e riveste nella storia dell’evoluzione dell’umanità prima di approfondire temi, strumenti e strategie applicabili a una città come Trento, dagli esempi della conversione ecologica della Ruhr (potenzialmente applicabile all’area della ex Sloi e Carbochimica) e della trasformazione urbanistica di Detroit (per le ex caserme) al tema delle biciclette elettriche al posto della funicolare per il collegamento del fondovalle con la collina est.
«Non un manifesto politico — specifica Franceschini — semmai un programma di lavoro». Che prevede l’adozione di nuovi strumenti per la trasformazione e il governo del territorio: «Il Prg è un piano di destinazione di suoli, che costruisce sistemi normativi: mal si adatta alla dinamicità della realtà contemporanea e non riesce a raccogliere le progettualità. È sulla pianificazione strategica che si deve lavorare e uno strumento come il masterplan è in grado di restituire gli scenari e a renderli fruibili ai cittadini».
Ma il vero tema che gli amministratori devono mettere all’ordine del giorno quando ragionano di sviluppo della loro città è la sua «capacità di seduzione»: «In un contesto di forte competizione mondiale, le città devono investire sulla loro immagine per poter attrarre investimenti e teste pensanti — osserva Franceschini — Trento ha dalla sua ambiente, qualità della vita, bellezza ma dovrà attrezzarsi per aumentare la competitività a livello dell’innovazione». Due traiettorie di sviluppo, secondo l’architetto, potrebbero essere quella della ricerca scientifica e quella del turismo: «Settori che possono innestare circoli virtuosi di espansione economica». Gli autori presenteranno il volume giovedì 7 giugno alle 17.30 alla Fondazione Caritro.