Risto 3, bilancio 2017 da record
Il fatturato tocca i 44 milioni di euro, con un incremento di 3 milioni sul 2016 Il direttore Raffaelli: «Al primo posto il rispetto di personale, fornitori, utenti»
TRENTO Risto3, mai così in alto per forza lavoro e risultati economici. Nel 2017 la cooperativa trentina di ristorazione ha fatturato 44 milioni di euro, superando di 3 milioni il già positivo risultato del 2016, quando la cifra registrata era stata di 41 milioni. Numeri fotografati dal bilancio approvato venerdì dall’assemblea dei soci, composta da 439 lavoratori, di cui 376 donne e 62 uomini. La tendenza economica ascendente si è tradotta anche in nuova occupazione. Lo scorso anno sono state assunte 65 persone in più, portando gli organici a 1.205 impiegati, con la conferma di Risto3 al primo posto tra le cooperative del Trentino per occupazione. Grazie a questi lavoratori, la cui media anagrafica è di 46 anni, la cooperativa ha preparato e servito, sempre nel 2017, 0ltre sette milioni di pasti, attraverso le 269 strutture gestite nell’ambito dei servizi di ristorazione scolastica (da cui deriva oltre il 40% del fatturato), aziendale, commerciale, socio-sanitaria, catering. E Risto3 ci tiene a dichiarare la centralità delle maestranze nel raggiungimento degli obiettivi. «Grazie al proprio capitale umano e all’impegno nelle proprie attività — sottolinea una nota dell’azienda — la cooperativa ha migliorato ed ottimizzato i suoi settori dimostrandosi pronta al cambiamento e alle nuove esigenze di mercato». Anche per questo, Risto3 ci tiene a sottolineare l’investimento nella formazione dei dipendenti, con 12.968 ore di aula, sempre nel 2017. Altro asse portante nelle politiche d’impresa, il legame con il territorio. «Per la cooperativa — dichiara sempre Risto3 — l’84% del valore dei prodotti alimentari acquistati proviene da fornitori trentini. Sono locali il 92% delle mele, di cui il 64% biologiche; il 100% delle trote e del pane, l’89% dello yogurt, di cui il 41% bio; il 48% dei formaggi, di cui il 60% a denominazione d’origine protetta, e il 37% della carne bovina». Uno stile di lavoro al quale la direzione della cooperativa intende conformarsi anche nel futuro, escludendo in maniera categorica l’orientamento verso politiche di mero contenimento dei costi. «Una politica commerciale ormai consolidata da anni – spiega il direttore Stefano Raffaelli – quella di non partecipare a gare e presentare offerte in cui il prezzo eccessivamente basso impedirebbe di osservare i criteri imposti in materia di rispetto del personale, dei fornitori e della qualità garantita agli utenti». Sempre restando in tema di appalti pubblici di ristorazione, la cooperativa sta attendendo con particolare interesse la sentenza del tribunale amministrativo regionale (Tar) di Trento in merito al servizio di refezione scolastica della Comunità Alto Garda e Ledro. «Un appalto — ricorda sempre una nota aziendale — del valore di circa due milioni di euro annui e durata quadriennale, eventualmente prorogabile di un biennio, e che dà lavoro a 70 persone. Attualmente è in corso una verifica tecnica dell’offerta Markas disposta dal Tar».
Filiera corta L’84% delle materie prime impiegate nelle cucine arriva da produttori del Trentino