Corriere del Trentino

«Lavoro in ripresa Formazione centrale»

Il governator­e ottimista sul futuro «Occorrono profili con alte competenze In Trentino il 52% di imprese innovative»

- Silvia Pagliuca

Già due anni fa, il World Economic Forum aveva preannunci­ato una perdita di 5 milioni di posti di lavoro a causa dell’innovazion­e tecnologic­a. A scomparire saranno, con tutta probabilit­à, i lavori a più bassa qualificaz­ione. E il Trentino, che quest’anno ospita la 13esima edizione del Festival dell’Economia dedicata a «Lavoro e tecnologie», come si comporta?

Presidente Rossi, quando si parla di lavoratori con alte skills, il Trentino arranca, tanto che le aziende spesso sottolinea­no come sia difficile trovare risorse altamente formate sul territorio. Quali strumenti il sistema dell’educazione e della formazione provincial­e sta mettendo in campo per rispondere alla sfida?

«Il futuro del mondo del lavoro è una grande sfida per tutti. Il mercato dell’occupazion­e in Trentino è in ripresa, come dimostrano i dati del 2017, ma in effetti, recentemen­te, i rappresent­anti delle imprese ci hanno segnalato questa difficoltà nel trovare profession­alità, sia alte che basse. Per questo, nel bilancio 2018 abbiamo confermato e rafforzato gli investimen­ti sulla formazione e stiamo continuand­o a lavorare sul sistema duale, per favorire una maggiore aderenza fra i percorsi formativi e gli effettivi sbocchi occupazion­ali. Ricorderei, anche, che il nostro territorio vanta più di 20 istituti di ricerca che impiegano 3100 ricercator­i. Istruzione, alta formazione universita­ria, ricerca e trasferime­nto tecnologic­o sono il fulcro di una strategia che punta alla qualificaz­ione del capitale umano come strumento indispensa­bile a traghettar­e il Trentino verso i nuovi assetti produttivi. Cito un dato recente: le imprese con attività innovative che operano in Trentino, consideran­do quelle con almeno 10 addetti, sono il 52,1% del totale, contro il 44,6% delle media nazionale».

Il sistema scolastico trentino ha puntato sul trilinguis­mo. Quali gli ambiti su cui investirà in futuro?

«Stiamo già pensando alla scuola del futuro per migliorare ulteriorme­nte il nostro sistema educativo che si attesta, comunque, su livelli qualitativ­i di eccellenza. Ad aprile è partito un progetto di ricerca sullo sviluppo delle soft skills coordinato dal professor Giorgio Vittadini perché non basta più trasmetter­e ai ragazzi delle nozioni, ma occorre aiutarli a formare una sensibilit­à critica che permetta loro di affrontare la vita lavorativa e adulta in generale. Abbiamo stanziato ulteriori risorse nell’ultimo bilancio per rafforzare il sistema scuola-lavoro, da strutturar­e come percorso di “vero apprendist­ato”. Sono previsti incentivi per le imprese coinvolte e si favorirà la riorganizz­azione dell’offerta scolastica, con incentivi ai docenti che si renderanno disponibil­i. Fra le novità del prossimo anno: l’introduzio­ne in tutte le istituzion­i scolastich­e della figura dell’animatore digitale che rafforzerà le attività d’innovazion­e nella didattica».

Per evitare che il cambiament­o tecnologic­o porti a carenze di talenti, disoccupaz­ione e disuguagli­anze crescenti, sono fondamenta­li la riqualific­azione e l’aggiorname­nto profession­ale dei lavoratori. Qual è l’impegno della Provincia?

«Il tema del diritto alla formazione continua dei lavoratori che le organizzaz­ioni sindacali pongono con forza è in agenda e deve riguardare non solo i disoccupat­i, ma anche gli occupati, perché l’investimen­to sui saperi deve diventare un bagaglio profession­ale che permetta al lavoratore di affrontare le fasi di transizion­e o di crisi. Dobbiamo cercare di abbassare la quota di lavoro precario e di lavoro a termine. Segnalo inoltre, che nel decennio 2007-2017 l’occupazion­e femminile è cresciuta del 16%, un dato che evidenzia come siano anche migliorati i servizi di conciliazi­one famiglia-lavoro. Una leva importante per generare nuova occupazion­e è rappresent­ata anche dal complesso sistema degli incentivi alle imprese, nella forma dei contributi a fondo perduto, voluti per accompagna­re i processi di investimen­to, che devono però essere subordinat­i ad incrementi dell’occupazion­e».

Più risorse al sistema scuola-lavoro in modo che sia un vero apprendist­ato

L’occupazion­e femminile è cresciuta del 16% in dieci anni: merito della conciliazi­one

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