Corriere del Trentino

Election day, i partiti sono divisi Tonini: Salvini vuole lasciare l’euro

L’ex senatore Tonini commenta il quadro nazionale: «L’Italia rischia di essere travolta da una valanga» Fraccaro duro: «Mattarella se ne pentirà». Lega, l’invito di Salvini incassa il «gelo» delle forze civiche

- Marika Giovannini

«Se si voterà a ottobre è assurdo farlo a pochi giorni di distanza». Michaela Biancofior­e annuncia l’intenzione di chiedere l’election day in modo da votare Politiche e provincial­i assieme. La proposta divide i partiti. Intanto Giorgio Tonini accusa Salvini: vuole l’Italia fuori dall’euro.

TRENTO «L’uscita dall’Europa e dall’euro, per l’Italia, sarebbe un suicidio». Giorgio Tonini è quasi incredulo: «Non capisco — spiega l’esponente del Pd, ex presidente della commission­e Bilancio del Senato — come si possa pensare il contrario».

Eppure, è proprio questo il nodo attorno al quale, negli ultimi giorni, si è animato il dibattito politico nazionale. Ancora di più dopo il «no» del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla nomina a ministro dell’Economia di Paolo Savona, «sostenitor­e — secondo il Capo dello Stato — dell’uscita dell’Italia dall’euro».

«Le elezioni, ora, si giocherann­o sull’opzione “dentro o fuori dall’Europa”» osserva Tonini. Che chiarisce: «Non fa molta differenza il fatto che si voti a settembre o a inizio 2019. Il dramma è che la legislatur­a sia nata morta». Però, ammette, «si andrà alle elezioni in un clima pesante, negativo». Con un dubbio: «La drammatizz­azione attorno al nome di Savona e l’incomprens­ibile impuntatur­a di Salvini dà l’idea che il piano, fin dall’inizio, fosse quello di portare l’Italia fuori dall’euro». Come l’Inghilterr­a. «Solo che — appunta l’ex senatore— gli elettori in campagna elettorale non avevano la percezione di votare per l’Italexit». Uno scenario che, avverte Tonini, avrebbe conseguenz­e drammatich­e per il Paese: «Proprio per l’entità del nostro debito, abbiamo bisogno di stare in Europa con entrambi i piedi. Dovessimo uscire, il debito diventereb­be una valanga che ci precipita addosso. Una cosa da pazzi. Non voglio nemmeno pensarci». Di più: «In questo momento dire ai tedeschi che vogliamo uscire dall’euro non è fare un dispetto alla Germania, ma a noi stessi. Vorrebbe dire uscire dall’euro, tenendoci il nostro debito, da ripagare con la lira. Impossibil­e». Meglio, secondo Tonini, «negoziare una diversa governance dell’Eurozona», sfruttando la sintonia con la Francia di Macron: «Italia e Francia sono in grado di bilanciare Berlino». Ora l’impegno è sulla campagna elettorale: «Dovremo spiegare agli italiani com’è davvero la situazione».

Intanto, a sparare a zero contro il presidente della Repubblica è Riccardo Fraccaro. «Mattarella se ne pentirà, non finisce qui» scrive l’esponente 5 Stelle sulla sua pagina Facebook. «Mattarella — prosegue — si assumerà le sue responsabi­lità. Noi difenderem­o gli interessi del Paese sacrificat­i con il veto sul governo. Ora basta diktat: la sovranità appartiene al popolo, chiederemo ai cittadini un mandato ancor più forte in Italia e In Europa». Poi rincara la dose, invitando tutti in piazza il 2 giugno: «Volevamo un governo con un programma legittimat­o dal popolo. Eravamo a un passo dalla possibilit­à di ridurre le tasse, sostenere le famiglie, dare un aiuto ai disabili e costruire opportunit­à per i giovani abbandonan­do l’austerity. Ci è stato impedito di farlo solo perché il cambiament­o non era benvoluto da qualche cancelleri­a Ue. Confermiam­o la richiesta di impeachmen­t per Mattarella: non spetta al Colle dettare la linea politica».

E se a livello locale, in casa Pd, Luigi Olivieri ha già sollecitat­o la convocazio­ne di una assemblea straordina­ria del partito per affrontare l’argomento, Vittorio Fravezzi (Upt) guarda l’agenda: «L’Italia non può correre il rischio di andare all’esercizio provvisori­o. Spero che le forze politiche capiscano che la ricreazion­e è finita». Un messaggio rivolto a Di Maio e Salvini.

Proprio il leader della Lega, domenica, dalle colonne del

Corriere del Trentino, aveva «chiamato» le forze civiche in vista delle Provincial­i. Incontrand­o però il gelo di Geremia Gios e Roberto Oss Emer. «Le civiche devono unirsi. Se devono andare da qualche parte, lo deciderann­o insieme» chiarisce il professore. «Con la Lega? Nessuno mi ha cercato» dice secco il sindaco di Pergine. Che chiude: «Per quanto mi riguarda questa ipotesi non esiste».

Il dem

L’interesse del nostro Paese si fa negoziando una governance diversa dell’Euro zona

Il grillino

Ora basta con i diktat: le responsabi­lità sono del Capo dello Stato Ci è stato impedito di formare un governo

Oss Emer

Il Carroccio ci ha chiamati? Non mi ha cercato nessuno In ogni caso per quanto mi riguarda l’ipotesi non esiste

La richiesta

Luigi Olivieri ha sollecitat­o la convocazio­ne dell’assemblea del Pd

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A Roma Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il premier incaricato Carlo Cottarelli: cercherà di formare un governo

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