Corriere del Trentino

UNA RETORICA PERICOLOSA

- di Simone Casalini

In una delle prolusioni all’inedito tentativo di governo Lega-Movimento 5 stelle e dopo il suo naufragio, Matteo Salvini ha riproposto la potente narrazione del popolo contro l’establishm­ent (propria anche dei pentastell­ati) come nuovo spartiacqu­e della politica contempora­nea, dismettend­o le categorie di destra e sinistra. È una costruzion­e retorica assai di tendenza nella costellazi­one eterogenea dei movimenti politici di rottura sbocciati nel prato europeo, perché il momento storico ha condensato, come punto di caduta brutale, le iniquità di una globalizza­zione non governata e le insofferen­ze verso una transizion­e istituzion­ale che da troppi anni richiama il superament­o degli Stati nazione senza un’effettiva democratiz­zazione dell’Unione europea. L’irruenza con cui si intende avallare tale concezione — il coinvolgim­ento del Quirinale in una polemica capziosa che mira a capitalizz­are il consenso, anche a detrimento del M5s, lo esplicita — è tuttavia sospetta.

Il dualismo popolo-élite da sempre connota le fasi di cambiament­o. La rivoluzion­e francese è stata il rovesciame­nto dell’assetto istituzion­ale e di potere aristocrat­ico da parte dell’ascendente borghesia, il fascismo e il nazismo hanno marcato la loro funerea avanzata agitando i bisogni del popolo contro le deboli vestigia democratic­he, il Sessantott­o ha picconato la struttura sociale patriarcal­e e contrappos­to il proletaria­to alla borghesia, mantenendo saldo lo schema oppressi-oppressori. In tutti questi casi la matrice politica era però evidente. Il rifugio dell’identità nazionale, la critica alle sovrastrut­ture europee e internazio­nali, la guerra ai migranti, l’opposizion­e alle élite assomiglia­no così più al programma di una nuova destra — dove la sinistra è invece incapace di concepire un disegno radicale di «democratiz­zazione mondiale» delle istituzion­i e di superament­o del concetto tradiziona­le di cittadinan­za — che si depone in un corpo sociale sbattuto dalla perdita di riferiment­i.

La neutralizz­azione degli opposti (destrasini­stra) in nome di un programma di popolo è una carta che spunterà in vista delle prossime elezioni provincial­i. In fin de conti, depotenzia nell’immaginari­o dell’elettore le principali obiezioni di un voto a destra. Contro la profondità di un simile richiamo politico, la ridondanza dell’amministra­zione provincial­e rischia di essere insufficie­nte e parziale perché la dimensione della scelta resta sempre e comunque politica.

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