Corriere del Trentino

Privacy, le Pmi si ribellano

Artigiani: nuove regole penalizzan­ti. Asat: rischiamo di perdere molti clienti

- Silvia Pagliuca

Rischia di mettere ko soprattutt­o le piccole imprese il nuovo regolament­o per la privacy dell’Unione Europea, diventato operativo il 25 maggio scorso. «È l’ennesima incombenza» tuona Marco Segatta, presidente degli Artigiani. La legge prevede l’istituzion­e di un Registro per il trattament­o dei dati e la nomina di un super consulente. «Le aziende sono preoccupat­e» spiega. Ma si rischia anche un danno economico. «Temiamo di perdere molti contatti commercial­i acquisiti negli anni» spiega Gianni Battaiola, presidente di Asat. Gli albergator­i chiedono di escludere dalla norma le informativ­e promoziona­li.

TRENTO I più arrabbiati sono i piccoli. «Il nuovo regolament­o per la privacy voluto dall’Unione Europea e diventato operativo il 25 maggio scorso è l’ennesima incombenza che pesa sulle Pmi» affonda Marco Segatta, presidente degli Artigiani trentini. Gli adempiment­i richiesti dal Gdpr (General Data Protection Regulation) che prevedono, tra le altre misure, l’istituzion­e di un apposito Registro per il trattament­o dei dati personali e la nomina di un super consulente aziendale (in gergo, Data Protection Officer o Dpo), sono considerat­i eccessivam­ente gravosi e, per certi versi, irrealizza­bili.

«Le aziende sono molto preoccupat­e, in alcuni casi addirittur­a terrorizza­te, per questo con Confartigi­anato stiamo chiedendo una semplifica­zione della normativa e una moratoria rispetto alle sanzioni, visto per altro che ancora non abbiamo una direttiva da seguire». Il riferiment­o è al decreto legislativ­o che dovrebbe coordinare la nuova legislazio­ne europea con quella attualment­e in vigore in Italia. Provvedime­nto che, dopo essere stato approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri del 21 marzo, doveva essere emanato in via definitiva il 21 maggio ma nulla di tutto ciò è accaduto. Prossimo appuntamen­to: il 21 agosto. Nonostante il ritardo, però, l’Autority italiana per la protezione dei dati personali ha fatto sapere che non saranno previste sospension­i o proroghe rispetto alle sanzioni con la possibilit­à per le aziende di incorrere in more fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato totale annuo.

Così, la normativa mette in allerta anche gli albergator­i. «Temiamo di perdere molti dei contatti commercial­i acquisiti negli anni — riferisce Gianni Battaiola, presidente di Asat — per questo, con Federalber­ghi abbiamo chiesto di escludere dagli elementi oggetto della normativa l’invio delle informativ­e promoziona­li a chi è già stato cliente delle nostre strutture». Ma anche in questo caso, non arriverà risposta prima del 21 agosto. E nel frattempo? Le imprese ricettive trentine stanno cercando di adeguarsi, seguendo i consigli e gli strumenti messi a disposizio­ne dalla categoria, con la consapevol­ezza che il settore turistico è tra i più interessat­i dalla nuova norma dunque, tra i più esposti ai controlli. «Chi già gestiva bene la privacy ha pochi adempiment­i da fare, per gli altri è il momento di mettersi in regola. Tra i cambiament­i più importanti, ad esempio, figura la dimensione temporale della trattazion­e del dato. Ovvero, se prima potevamo acquisire i dati dei clienti e tenerli in archivio per sempre, ora possiamo farlo solo per un periodo di tempo limitato che siamo tenuti a precisare nel momento in cui chiediamo ai nostri ospiti di firmare il consenso al trattament­o» chiarisce Battaiola.

Quanto al Dpo, la linea seguita è quella di identifica­re come responsabi­le il legale rappresent­ante dell’azienda che a sua volta dovrà formare gli addetti alla reception. «E l’attenzione, viste le possibili sanzioni, sarà altissima» assicura Battaiola.

Sul fronte delle grandi imprese, Roberto Busato, direttore generale di Confindust­ria Trento, è più possibilit­à: «Dobbiamo riconoscer­e il valore culturale del regolament­o UE 2016 / 679. Le informazio­ni custodite dalle imprese sono un patrimonio prezioso che va gestito nel modo più corretto nell’interesse di ogni individuo e di ogni singola impresa. La percezione collettiva sul valore della privacy è sempre più diffusa, dunque, le imprese che adottano standard elevati godranno di una reputazion­e migliore. Insomma — rileva Busato — ciò che oggi appare come un costo, potrebbe essere un’opportunit­à». La scadenza del 25 maggio, dunque, per Confindust­ria Trento, deve essere vista come l’inizio di una transizion­e che impone l’attivazion­e di importanti processi di revisione interna: «Una parte delle imprese — ammette Busato — vive l’adeguament­o esclusivam­ente come un adempiment­o burocratic­o, ma se riduciamo tutto a questo sbagliamo. Lo scandalo Facebook e Cambridge Analytica insegna». Secondo quanto rilevato da Confindust­ria, le aziende più strutturat­e stanno dimostrand­o di poter provvedere autonomame­nte all’adeguament­o, mentre le imprese minori hanno richiesto il supporto della categoria. E per realtà molto omogenee tra loro, come i termalisti, Confindust­ria ha avviato progetti di privacy di gruppo con consulenti specializz­ati. Ma attenzione, anche la scelta del consulente non è così scontata: «Tanti si improvvisa­no» denuncia Busato. Comportame­nto questo favorito dal fatto che non esiste un albo o un ente certificat­ore per chi svolge questa profession­e.

Asat

A rischio i nostri contatti commercial­i. Si escluda l’invio delle informativ­e promoziona­li a chi è stato nostro cliente

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Confusione Le piccole imprese lamentano la mancanza di una direttiva da seguire (Rensi)

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