Caserma nel mirino, pista anarchica accreditata
Rivendicazione «indiretta» sul sito dei dissidenti. Piano studiato nei dettagli, usata benzina
La pista anarchica resta una delle ipotesi più accreditate. Sarebbero loro gli autori dell’attentato dell’altra notte al centro di addestramento del Genio Guastatori a Roverè della Luna. Pubblicata una sorta di rivendicazione indiretta su un sito dei dissidenti. Potenziata la sorveglianza dei luoghi «sensibili».
TRENTO Il riserbo resta massimo. Gli inquirenti non si sbilanciano, ma l’ipotesi che dietro all’attentato dell’altra notte al centro di addestramento militare di Roverè della Luna del Secondo Reggimento Genio Guastatori di Trento ci siano attivisti dell’area anarchica trentina sembra la più probabile.
«Stiamo lavorando insieme ai carabinieri e alla magistratura» taglia corto il questore Massimo D’Ambrosio. «Stiamo facendo tutto il necessario anche per garantire la massima sicurezza» aggiunge. Il questore si riferisce alle misure di sorveglianza adottate per i cosiddetti obiettivi «sensibili». I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Trento, i colleghi del nucleo operativo radiomobile di Trento, intervenuti subito sul posto dopo l’allarme dell’altra notte, stanno lavorando senza sosta insieme alla Digos della polizia. L’area, nel punto in cui sarebbero penetrati i dissidenti era sprovvista di telecamere, ma ci sono quelle lungo la strada e in paese.
Gli investigatori stanno raccogliendo più elementi possibili per risalire all’identità degli autori dell’attentato. Intanto ieri, tempestiva come sempre, è arrivata una sorta di rivendicazione indiretta. La notizia dell’attentato dei mezzi dell’esercito è rimbalzata su uno dei siti dell’area anarchica. «Apprendiamo dai media — si legge — che verso le 2.30 di domenica nella caserma di Roverè usata come poligono e centro di addestramento del Genio Guastatori sono stati incendiati una betoniera e altri sette mezzi militari». Ma questa volta nella breve nota viene aggiunta la frase: «Al momento non risultano rivendicazioni». Formalmente, quindi, non si può dire che l’attentato sia stato rivendicato, ma la singolare formula è stata utilizzata anche in passato come anticamera di una rivendicazione vera e propria. Sfumature, che hanno sicuramente il loro peso, ma nella sostanza si ha comunque la sensazione che la pista più accreditata resti quella anarchica. D’altronde le caserme sono uno storico obiettivo del movimento. Poi c’è la notizia, più volte ventilata, che proprio in quell’area, nei 250.000 metri quadrati di centro di addestramento militare, che comprende un’area poligono tuttora utilizzata, potesse nascere uno dei Centri permanenti per i rimpatri (Cpr), gli ex Cie (Centri identificazione ed espulsione). Di Roverè della Luna e dell’ex Cie si era tornati a parlare anche a gennaio e ora una decina di mezzi militari sono stati incendiati, utilizzando probabilmente benzina. Il modus
operandi e «l’obiettivo» fanno pensare alla matrice anarchica, ma le indagini sono in corso. Il pm Davide Ognibene ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di «condotte con finalità di terrorismo».
È chiaro che gli autori non sono sicuramente balordi che si sono improvvisati piromani. Sono stati fatti più sopralluoghi prima dell’attentato, i dissidenti sapevano che quella parte dell’area non era sorvegliata da telecamere. Anche la posizione, a ridosso della montagna, è stata d’aiuto. Hanno forzato e scavalcato la rete metallica, alta circa 180 centimetri, e sono penetrati all’interno. Poi, secondo una prima ricostruzione, sono saliti su alcuni mezzi parcheggiati sotto un capannone, forse sfondando il vetro, hanno gettato benzina, appiccato il fuoco e poi si sono dileguati tra la vegetazione. Un piano ben studiato. L’incendio ha interessato una betoniera, andata completamente distrutta, e alcuni autocarri, una pala meccanica e due Leopard, che sono stati danneggiati dalle fiamme. Il tempestivo intervento dei due militari di guardia in servizio l’altra notte nel centro di addestramento e dei vigili del fuoco di Roverè e Salorno, ha limitato i danni che dovranno essere quantificati. Nel frattempo la recinzione è stata già ripristinata e sistemata, inoltre sono stati potenziati i dispositivi di sorveglianza dell’area. Il Genio Guastatori era già finito nel mirino degli anarchici nel 2015, allora erano state lanciate alcune molotov nella caserma Battisti di Trento che avevano danneggiato un camion.