Diritti degli stranieri: convegno a Spini «Mediatori culturali, figure fondamentali»
Se è vero che i diritti sanciti dalla Costituzione sono «attribuiti in larga misura all’uomo» come spiega la giudice della corte costituzionale Daria De Pretis, e spettano, dunque, «a ogni essere umano», è altrettanto vero che oggi uno dei nodi riguardanti «Principi costituzionali, migrazione e tutela dei diritti» seguendo il titolo del seminario organizzato ieri a Spini di Gardolo, sia «l’effettività dei diritti degli stranieri» secondo il ricercatore della facoltà di giurisprudenza Simone Penasa. Un’affermazione doppiamente veritiera quando si parla di stranieri ristretti: per questo la garante dei diritti dei detenuti Antonia Menghini si unisce al direttore del carcere Valerio Pappalardo nel sottolineare l’importanza dei mediatori culturali, «figure ponte fondamentali, valida risorsa soprattutto in chiave preventiva». «Ponti e collegamenti», ricorda il giurista Carlo Casonato, sono stati «la cifra da cui è iniziata l’attività didattica in carcere organizzata dalla facoltà di giurisprudenza e dall’associazione Apas». Una collaborazione che ha portato dentro le mura del carcere lezioni sulla Costituzione, sull’immigrazione e il trattamento dello straniero. «Le società diventano più sicure e prospere se e quando la titolarità dei diritti è garantita al massimo numero di persone possibile» evidenzia Andrea Pugiotto dell’università di Ferrara. Secondo Penasa, tuttavia, «il punto di maggiore criticità è rappresentato dalle lacune in termini di garanzia di accesso alla procedura di richiesta di asilo e protezione internazionale, quindi al circuito di accoglienza, delle persone che arrivano in Italia». Un vulnus di effettività legato a una situazione di irregolarità è riscontrabile fra i detenuti, inoltre, secondo Menghini, «nel diritto ai colloqui, alla difesa o nella possibilità di accesso al lavoro».