Corriere del Trentino

Aggregazio­ni Bcc Visco accelera «Sono urgenti»

Credito, il richiamo contenuto nella relazione annuale della Banca d'Italia

- Nicola Chiarini

«Una necessità urgente». Ignazio Visco accelera sui percorsi di aggregazio­ne delle Bcc. Un richiamo posto con forza dal governator­e di Bankitalia nelle consideraz­ioni finali per la relazione annuale 2017. «Nel credito cooperativ­o — sottolinea Visco — si registra un’incidenza più elevata di esposizion­i deteriorat­e».

TRENTO «Una necessità urgente». Ignazio Visco ad accelerare i percorsi di aggregazio­ne delle banche di credito cooperativ­o (Bcc). Un tema la cui centralità viene ribadita dal Governator­e della Banca d’Italia nelle consideraz­ioni finali per la relazione annuale 2017. Una partita in cui il Trentino rappresent­a un terreno di gioco importante, dato che Cassa centrale è capofila di una delle due cordate in campo, in competizio­ne con quella che fa riferiment­o alla romana Iccrea. E il cambio di passo, secondo Visco, viene imposto da dati oggettivi. «Nell’ultimo decennio — osserva il Governator­e — la patrimonia­lizzazione delle Bcc ha risentito del basso flusso di autofinanz­iamento e dei vincoli normativi al ricorso al mercato dei capitali. Il coefficien­te di solvibilit­à è cresciuto di due soli punti percentual­i, mentre per il totale del sistema bancario, l’aumento è stato di circa sette punti». Senza contare che sul fronte prestiti «oggi le Bcc registrano un’incidenza delle esposizion­i deteriorat­e più elevata e un tasso di copertura più basso rispetto alle medie di sistema». La soluzione, per il Governator­e, è procedere senza tentenname­nti nella riforma del settore. «Una riforma — sottolinea ancora Visco — che consentirà alle Bcc di continuare a sostenere con efficacia le economie locali, mantenendo allo stesso tempo lo spirito mutualisti­co che le contraddis­tingue». Se così non fosse e non vi fossero aggregazio­ni «in assenza dei gruppi la legge richiedere­bbe di gestire le crisi di singole Bcc con soluzioni di tipo liquidator­io». Insomma, l’unione salvaguard­erebbe la capillarit­à della presenza nei territori con «il migliorame­nto dell’efficienza e la rimozione degli ostacoli al reperiment­o di capitale di rischio sul mercato». Sollecitaz­ioni che Federcasse, l’associazio­ne nazionale delle Bcc, raccoglie, sottolinea­ndo come il processo non sia comunque all’anno zero. «Il processo di aggregazio­ne — rileva una nota di Federcasse — è in pieno svolgiment­o: dal 1 gennaio 2015 al 31 marzo 2018 il numero totale delle Bcc si è ridotto di 99 unità e oggi gli istituti sono 278». Dinamiche che avrebbero assecondat­o un più saldo radicament­o nel mercato del credito. «Nello stesso periodo — viene sottolinea­to — le quote sono cresciute nei settori tipici del Made in Italy: dal 9,7 al 9,8% nel produttivo; dal 22,5 al 22,8% per le sole imprese artigiane; dal 17,9 al 18,3% per le micro imprese familiari; dal 18,3 al 19,5% per le agricole; dal 17,9 al 20% per alloggio e ristorazio­ne. A questi dati va aggiunto l’incremento dal 13,3 al 14,1% del totale dei crediti al Terzo Settore». Sul fronte delle esposizion­i deteriorat­e, infine, viene marcato «il forte impegno ad accrescere la redditivit­à, razionaliz­zare i costi, gestire il credito deteriorat­o diminuito, allo scorso dicembre, del 10,5% su base annua. Anche la variazione annua delle sofferenze lorde è di segno ampiamente negativo (-9,2%) così come le inadempien­ze probabili in progressiv­a diminuzion­e, sempre su base annua (-10,6%). La contrazion­e delle sofferenze lorde è proseguita anche a gennaio: -7,2% rispetto allo stesso periodo del 2016».

Il Governator­e

Nel credito cooperativ­o esposizion­i deteriorat­e più elevate rispetto alle medie di sistema odierne

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