Buco Tosolini ed ex mensa i nodi strategici
La prospettiva è larga. E impegnativa, anche dal punto di vista finanziario. Per trasformare l’intero comparto che da via San Giovanni Bosco porta fino alla fine del parco Santa Chiara — un insieme di otto moduli ben distinti — il Comune ha stimato un costo di poco più di 41 milioni di euro. Con un apporto importante: di questi, 23 saranno a carico di privati, per un intervento che, nel capoluogo, ha praticamente fatto la storia. Nell’operazione «Santa Chiara open lab» è stata inserita anche la riqualificazione del «Buco Tosolini», la cui tormentata vicenda ha fatto discutere a livello politico dagli anni Ottanta in poi. Nel terreno di poco meno di 6.000 metri quadrati, di proprietà della Habitat di Tosolini, verranno realizzate due palazzine, per un volume complessivo di poco più di 31.000 metri cubi, con due funzioni distinte: la prima palazzina, quella a nord, sarà dedicata al terziario, mentre la seconda, a sud, ospiterà 68 appartamenti. Verrà inoltre ricavato un parcheggio interrato di 332 posti auto.
E se il «Buco Tosolini» ha animato discussioni e polemiche in via Belenzani, ad essere finita spesso al centro della cronaca — più per episodi di degrado che per eventi positivi — è stata in questi anni l’ex mensa universitaria Santa Chiara, altro modulo dell’operazione «Open lab». Un edificio oggi abbandonato, rifugio di senzatetto e persone in difficoltà: nel piano del Comune, l’intenzione è di ridare nuova vita all’immobile posto di fronte all’auditorium Santa Chiara, trasformandolo nella sede degli ordini professionali e nel centro giovani.