Le battaglie sostenibili dell’OltrEconomia Dalla fabbrica del riuso alle donne colombiane
TRENTO «Comunità in movimento» è il tema della quinta edizione dell’OltrEconomia Festival. E, in effetti, sembra proprio una comunità itinerante quella che è stata messa in piedi al parco Santa Chiara per ospitare i tanti incontri di dibattito. Sul palco, sotto il tendone da circo, non si esibiranno però giocolieri e acrobati ma scrittori, giornalisti e attivisti che racconteranno ciascuno una storia diversa: esperienze di comunità che cercano di «resistere, ricreare e produrre un cambiamento del mondo in cui viviamo». Ieri è stato il turno dell’ex senatore Gigi Malabarba. referente della fabbrica recuperata milanese «Ri-Maflow» e di Fuori mercato, una rete nazionale di attività di autogestione. «Dopo il licenziamento di 320 lavoratori da parte della Maflow di Trezzano sul Naviglio, chiusa definitivamente nel dicembre 2012, abbiamo pensato ad un modello alternativo di fabbrica — spiega — Abbiamo occupato quel luogo e recuperato quei macchinari per avviare una nuova attività di produzione senza doverci indebitare. Abbiamo cominciato in quindici, ma dopo alcuni anni sono arrivati molti altri: disoccupati, artigiani e immigrati. Oggi siamo più di 100 e l’attività si basa prevalentemente sul riuso e il riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche. L’obiettivo, essendo una fabbrica metalmeccanica, è quello di recuperare materie prime. In particolare, lavoriamo sul recupero di carta, plastica e alluminio, oltre ai tanti laboratori artigianali presenti. Tutti i lavoratori vivono dell’attività che svolgono in fabbrica. Alla fine, quindi, l’unica valorizzazione seria del capannone dismesso è stata la nostra presenza. Vorremmo che fosse un esempio». Nei prossimi giorni le conferenze verteranno su altre esperienze di lotta e di difesa dei diritti: il protagonismo delle donne colombiane (oggi), il confederalismo democratico in Rojava (domani) e domenica la presentazione del libro «Il mondo altro in movimento» di Raùl Zibechi.
Dopo il licenziamen to, alcuni dipendenti dell’azienda la ripresero in mano. Partiti in 15 ora sono 100