«Le macchine s’impadroniscono della volontà»
Il filosofo Bodei: «Occorre essere vigili e difendere la democrazia dai pericoli»
TRENTO Remo Bodei, filosofo e accademico, domani alle 11 (Sala Filarmonica) terrà l’incontro «Quando il lògos si fa macchina»: ce ne parli.
«Il lògos è inteso nel suo significato filosofico classico: parola, linguaggio, facoltà intellettiva, ragionamento. Partirò come premessa dalla storia delle macchine e del loro incontro con l’intelligenza artificiale, ricordando ad esempio che già Leibniz (inventore di una delle prime calcolatrici meccaniche, ndr) teorizza la riduzione del ragionamento umano a un calcolo, ritenendo poi che vi siano pensieri trasferibili nelle macchine, che in quanto tali non hanno bisogno di coscienza. Oggi l’intelligenza artificiale si sta espandendo in ogni campo, anche nella nostra vita quotidiana; per la prima volta l’intelligenza non entra in corpi viventi ma in sistemi meccatronici (computer, robot) e questo implica che le macchine s’impadroniscono non solo del logos, dell’intelligenza, ma anche della volontà umana: pensiamo ad esempio alle auto senza pilota, ai sistemi missilistici, agli algoritmi di Wall Street e dei mercati finanziari, tutti potenzialmente deprivabili di un intervento umano». Tutto questo cosa può comportare?
«Il problema non è un’ipotetica gigantomachia fra la macchina e l’uomo, quanto un ripensamento su chi le macchine le crea, le programma, le sviluppa e sul perché, sugli scopi. Penso solo all’uso di droni e umanoidi in campo militare. Le macchine hanno e avranno sempre più impatto sulle nostre identità, ne saremo circondati, ma è inutile spaventarci, bisogna piuttosto essere vigili, sorvegliare, chiedersi sempre chi e cosa ci sia dietro, affinché macchine e algoritmi, creati per perseguire un fine prestabilito e quindi non neutrali, non divengano un pericolo per la democrazia, sfuggendo alla comprensione e al controllo dei cittadini. È il caso della possibile influenza elettorale negli Usa operata da Cambridge analytica. Se ci sfuggissero di mano in futuro certe superintelligenze artificiali, in grado di autoprogettarsi e autoprodursi, potrebbero addirittura perseguire fini distruttivi. Ci sarà sempre bisogno di etica — che in fondo sarà sempre quella umana — e di diritto».
Qual è l’apporto filosofico al tema del Festival, lavoro e tecnologia?
«Occorre pensare alle trasformazioni e ai cambiamenti del lavoro, chiedersi se i posti di lavoro distrutti dalle nuove tecnologie andranno persi o saranno sostituiti in qualche modo (in caso temo non prima di venti, trent’anni)».
L’intelligenza artificiale si sta espandendo in ogni campo