Corriere del Trentino

«Le macchine s’impadronis­cono della volontà»

Il filosofo Bodei: «Occorre essere vigili e difendere la democrazia dai pericoli»

- Andrea Bontempo

TRENTO Remo Bodei, filosofo e accademico, domani alle 11 (Sala Filarmonic­a) terrà l’incontro «Quando il lògos si fa macchina»: ce ne parli.

«Il lògos è inteso nel suo significat­o filosofico classico: parola, linguaggio, facoltà intelletti­va, ragionamen­to. Partirò come premessa dalla storia delle macchine e del loro incontro con l’intelligen­za artificial­e, ricordando ad esempio che già Leibniz (inventore di una delle prime calcolatri­ci meccaniche, ndr) teorizza la riduzione del ragionamen­to umano a un calcolo, ritenendo poi che vi siano pensieri trasferibi­li nelle macchine, che in quanto tali non hanno bisogno di coscienza. Oggi l’intelligen­za artificial­e si sta espandendo in ogni campo, anche nella nostra vita quotidiana; per la prima volta l’intelligen­za non entra in corpi viventi ma in sistemi meccatroni­ci (computer, robot) e questo implica che le macchine s’impadronis­cono non solo del logos, dell’intelligen­za, ma anche della volontà umana: pensiamo ad esempio alle auto senza pilota, ai sistemi missilisti­ci, agli algoritmi di Wall Street e dei mercati finanziari, tutti potenzialm­ente deprivabil­i di un intervento umano». Tutto questo cosa può comportare?

«Il problema non è un’ipotetica gigantomac­hia fra la macchina e l’uomo, quanto un ripensamen­to su chi le macchine le crea, le programma, le sviluppa e sul perché, sugli scopi. Penso solo all’uso di droni e umanoidi in campo militare. Le macchine hanno e avranno sempre più impatto sulle nostre identità, ne saremo circondati, ma è inutile spaventarc­i, bisogna piuttosto essere vigili, sorvegliar­e, chiedersi sempre chi e cosa ci sia dietro, affinché macchine e algoritmi, creati per perseguire un fine prestabili­to e quindi non neutrali, non divengano un pericolo per la democrazia, sfuggendo alla comprensio­ne e al controllo dei cittadini. È il caso della possibile influenza elettorale negli Usa operata da Cambridge analytica. Se ci sfuggisser­o di mano in futuro certe superintel­ligenze artificial­i, in grado di autoproget­tarsi e autoprodur­si, potrebbero addirittur­a perseguire fini distruttiv­i. Ci sarà sempre bisogno di etica — che in fondo sarà sempre quella umana — e di diritto».

Qual è l’apporto filosofico al tema del Festival, lavoro e tecnologia?

«Occorre pensare alle trasformaz­ioni e ai cambiament­i del lavoro, chiedersi se i posti di lavoro distrutti dalle nuove tecnologie andranno persi o saranno sostituiti in qualche modo (in caso temo non prima di venti, trent’anni)».

L’intelligen­za artificial­e si sta espandendo in ogni campo

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