Un grido d’allarme
Ci sono momenti in cui siamo tutti chiamati a una chiara assunzione di responsabilità per difendere i principi costitutivi del nostro contratto di lavoro improntato da sempre sulla libertà del fare dei nostri medici e/o delle nostre associazioni. Una chiara assunzione di responsabilità, fondata su un giusto rapporto di equilibrio tra Provincia, Azienda sanitaria, tutele dei nostri medici, società civile. Anche i medici di medicina generale stanno pagando, con l’aumento dello spread e degli interessi sul debito pubblico, i costi pesanti di questa instabilità politica, non solo a Roma ma pure a Trento. Molti di noi hanno contratto mutui per acquistare in proprio studi medici e tecnologie infrastrutturali d’avanguardia, come qualsiasi imprenditore trentino, seppur convenzionato a un servizio di pubblica utilità. Oggi non possiamo rimanere silenti mentre da una parte pubblica furba e sleale si mettono in discussione pesi e contrappesi che regolano i rapporti tra i poteri costitutivi della nostra professione e professionalità sul territorio, andando a colpire i nostri cittadini
in maniera devastante. Fino ad oggi, ogni qualvolta erano state messe in discussione aggregazioni e medicina generale abbiamo sempre alzato un baluardo contro ogni deriva antidemocratica, difendendo la firma di Rossi del 2013 con la quale si fornivano alla Provincia e alla Azienda gli strumenti perché le Aft del Trentino divenissero le prime di tutta Italia. Ma non
si possono mettere in discussione i nostri valori,le garanzie di libertà e i diritti inviolabili del nostro settore bloccandoci,come successo l’altra mattina, stampanti e programmi di nostra proprietà,con cui prescriviamo gli esami di laboratorio ai nostri pazienti. In pratica interrompendo parzialmente un servizio pubblico essenziale mentre nello stesso istante stavamo
contrattando la dematerializzazione e soprattutto la responsabile protezione dei dati, come da Regolamento attuativo del 25 maggio 2018. E allora, rileggendo le sagge parole del dottor Buriani apparse sul Corriere del Trentino dell’altro giorno, corre l’obbligo segnalare l’attuale dilettantismo di una classe dirigente pubblica trentina deputata alle nostre trattative, datate oramai di 24 mesi, sul riordino della medicina del territorio. Trattative che prendendo in giro sindaci, presidenti di Comunità di valle, cittadini, non hanno suggerito a noi che vincoli, obblighi e costrizioni a fronte di nulle risorse economiche per un cambiamento epocale delle nostre strutture.