Corriere del Trentino

Lo storico pianista di Piazzolla domani a Malga Costa «I miei anni con Astor, liberi di improvvisa­re »

PABLO ZIEGLER

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La «Fucina Verde» di Arte Sella parla sudamerica­no domani a Malga Costa (ore 14 e 17) grazie alla straordina­ria presenza di Pablo Ziegler e il Marco Albonetti Trio. Il pianista argentino è stato per ben undici anni al fianco del grande Astor Piazzolla contribuen­do a un’autentica rivoluzion­e sonora all’interno del tango. Dopo lo scioglimen­to del quintetto nel 1989, Ziegler si è dedicato con il New Tango Quartet a delineare le coordinate del nuevo tango fino alla recente vittoria nel 2018 del Grammy Award per il Best Latin Jazz Album. L’incontro tra Ziegler e il sassofonis­ta Marco Albonetti risale al 2014 e in quest’occasione speciale, che rappresent­a anche la prima data del tour italiano, interprete­ranno una serie di brani di Piazzolla e dello stesso Ziegler in una sorta di viaggio nel mondo del tango e delle sonorità latin jazz. Al fianco di Albonetti due musicisti classici di alto profilo come Virgilio Monti (contrabbas­so) e Aya Shimura (violoncell­o). Ne abbiamo parlato con lo stesso Pablo Ziegler, raggiunto nel corso delle prove a Malga Costa. L’ingresso è di 25 euro con p r enot a z i one a l l o 0461/751251.

Quale significat­o ha per lei il tango?

«Io sono compositor­e e arrangiato­re e prima di conoscere Astor Piazzolla nel 1978 mi sono sempre occupato di musica classica. Quando lui mi chiamò pensai proprio: “Io non suono il tango, perché chiamare me?”. La risposta è stata: “Cerco te perché mi serve qualcosa di diverso”. Io non ero un tanguero ma lui voleva il mio suono. Durante gli undici anni che ho trascorso con Astor c’è stato un enorme cambiament­o nella sua musica e nel suo modo di suonare: divenimmo liberi di improvvisa­re. Quando lui componeva un pezzo nuovo per quel quintetto, allora compariva per le prime volte la parola improvvisa­zione. In passato, come nella musica classica, tutto era scritto e annotato. E finalmente a metà di questi undici anni tutti noi abbiamo cominciato a esplorare le nostre capacità di improvvisa­zione. Tristeza De Un Doble A, ad esempio, è un pezzo di cina

que minuti ma la versione più lunga che abbiamo inciso arriva a ventisette con tutte le improvvisa­zioni. Il Nuevo

tango che ho sviluppato negli anni successivi è un mix tra musica classica, jazz e tango».

Quale repertorio ha scelto di proporre per questa prima doppia data italiana?

« Sarà per lo più di mie composizio­ni ma non mancherann­o i capolavori di Piazzolla come Libertango e Oblivion, che ho suonato tante volte con lui. Ogni brano ha diverse possibilit­à di improvvisa­zione: partiremo in questo concerto dal repertorio classico e poi lasceremo spazio all’improvvisa­zione. L’idea originale è di restare più ancorati al classico. La musica di Piazzolla è più orientata al classico che al jazz. Non sono molti i musicisti che provano orientare questa musica verso il latin jazz e per questo nel 2018 ho vinto un Grammy. Questo tipo di musica è una sorta di porta che ho aperto e in questo momento negli USA è riconosciu­ta come latin jazz. Credo che ognuna delle due repliche sarà diversa perché cambiano le persone e quindi cambia il feeling».

Come si trova a suonare assieme a Marco Albonetti e il suo Trio?

«Si tratta di musicisti clas- sici eccellenti in grado di suonare di tutto. Quattro anni fa a Faenza, che è il paese di Marco, abbiamo avuto l’idea di suonare il tango classico con un ensemble ed è nato qualcosa. Abbiamo provato felicità nel suonare assieme e sicurament­e anche il pubblico lo ha sentito, è stata un’onda di emozione. Pioveva così tanto che sembrava un’alluvione, ma il ricordo è meraviglio­so». Fabio Nappi

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Iconico Pablo Ziegler domani si esibirà con il Marco Albonetti Trio

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