Gli ultimi nastri di Marilyn Hollywood in Valsugana
Marilyn Monroe sta per confessarsi in Trentino, per la precisione in Alta Valsugana. Confiderà i suoi amori, gli smarrimenti e qualche ottimismo piccolo piccolo da cercare però solo in fondo alle tasche. L’attrice-icona di una Hollywood allora intrecciata con la politica si riproporrà al pubblica ovviamente attraverso una mediazione, un viaggio narrativo. E quale viaggio è più efficace del teatro?
Ecco allora Gli ultimi nastri di Marilyn a Forte Colle delle Benne, giovedì alle 21. Uno spettacolo di Giulio Federico Janni con Marianna Esposito, regia di Janni. Una produzione raumTraum e AriaTeatro in collaborazione con Compagnia Teatring. Il monologo ispirato da effettivamente registrati dall’attrice è inscritto in una rassegna che ruota intorno alla vitale Pergine ma non solo. Dal 7 giugno al 23 agosto il teatro dunque non va in vacanza e inaugura un progetto estivo dal titolo Tra le
mura. La rassegna porta il teatro in tre location differenti per una rassegna estiva tutta nuova. Otto saranno gli appuntamenti del progetto che vede appunto come scene teatrali, oltre allo stesso Teatro di Pergine, luoghi storici dell’Alta Valsugana: il Castello di Pergine, il Forte di Civezzano e il Forte Colle Delle Benne.
«Il progetto — si impegnano gli organizzatori — unirà la particolarità di questi luoghi all’importanza dell’Alta Valsugana come punto di interesse turistico, per costruire così una continuità nel periodo estivo di una programmazione artistico culturale fino ad ora assente e ampliando anche il pubblico e provando ad interessare la popolazione turistica del territorio».
Gli ultimi nastri di Marilyn è un viaggio all’interno delle ultime 24 ore di Norma Jean Baker, in arte Marilyn Monroe: un flusso di coscienza ininterrotto dettato alle bobine di un registratore in cui mette a nudo le sue debolezze.
Il testo prende spunto dai nastri che Marilyn consegnò, poco prima di morire, al suo psichiatra, il Dott. Ralph Greenson. Anticipano alcune note di regia che “li registrò nel periodo in cui il dottore si trovava in viaggio in Europa con la sua famiglia, per colmare il vuoto lasciato dalle sedute mancate. In essi lei sfogò (e svelò) la rabbia e il dolore raccolti nell’ultimo anno, confidando il desiderio-progetto di riprendere in mano la propria vita. Un’urgenza che lei sentiva molto negli ultimi anni. Il 5 agosto 1962 però crollò definitivamente e decise di suicidarsi: o almeno così ci è stato detto, perché la sua morte continua a rimanere avvolta dal mistero».