Corriere del Trentino

L’IDENTITÀ LE SFIDE L’ORGOGLIO

- di Alessandro Russello

Ascoltare, capire, raccontare, dare voce, approfondi­re. Affamati di realtà e di visione. Capire e raccontare il mondo che cambia, quello che esiste (e resiste, nel bene e nel male, nelle virtù e nei vizi) e quello che diventerà. A cominciare da ciò che siamo, dalla nostra identità, nella consapevol­ezza che l’identità non è solo o tanto il passato quanto il futuro. Guardare indietro ci rassicura, ma ci può far scivolare nel vuoto. Guardare avanti può perfino inquietare, mette alla prova il nostro spirito di conservazi­one. Alla fine, però, spesso ci sorprende portandoci nel «nuovo» più forti di prima.

Siamo identità. Per noi, per il mondo. Nel mondo andiamo a portare le nostre sfide (gli imprendito­ri, la ricerca, la cultura) e dal mondo siamo attraversa­ti (dalla fisicità del turismo ma anche dall’etereità dalle conseguenz­e altrettant­o fisiche di Amazon che intermedia le merci).

Una sfida che per questa piccola-grande provincia che è il Trentino non può non rinnovarsi ogni giorno attraverso il tema dell’autonomia, l’identità fatta politica (e non solo). Autonomia da difendere come ragione sociale di una conquista ma da continuare a meritare in un Paese che dell’autonomia reclama nuove forme. Una sfida di «confine» con la quale va tutelato e rinsaldato il valore del dialogo e della convivenza con la specificit­à altoatesin­a. E una sfida di «frontiera» che unisce ancor più Trentino e Alto Adige ed è quella legata ai flussi migratori.

mantenimen­to di una qualità della vita sempre tra le più alte d’Italia. Difendendo il patrimonio che si chiama paesaggio e favorendo insieme un neo sviluppo che non si può e non si deve negare ma nel rispetto assoluto della sua sostenibil­ità. Emblematic­o il dibattito di questi mesi in provincia legato alla nuova legge urbanistic­a e incentrato sulla riqualific­azione di Trento attraverso un minor consumo del suolo e il recupero delle sue zone degradate. Raccontere­mo tutto questo nella continuità della tradizione del

finora guidato da Enrico Franco. Al quale mi lega lungo rapporto profession­ale e del quale i nostri lettori continuera­nno a leggere la firma. E lo faremo grazie alla riconosciu­ta profession­alità dei colleghi che da quindici anni informano con rigore e indipenden­za la nostra comunità.

Nell’ultimo periodo molte cose sono state dette sulla presenza di Rcs in questi territori, anche con poca cognizione di causa. Mettere in atto una riorganizz­azione, in presenza di un mercato sempre più difficile, non significa reclinare.

Il

con il primo quotidiano italiano — continuerà a svolgere il proprio ruolo con autorevole­zza. A capire i fenomeni, intercetta­rli, scendere sotto la superficie, dibatterli. Magari prima della politica, alle volte in ritardo rispetto alla società, e quindi facendolo con l’occhio attento a quel mondo orizzontal­e che va anche oltre i pur fondamenta­li corpi intermedi (oggi sempre più disinterme­diati) e dal quale arrivano quotidiana­mente una voce, un grido, un insegnamen­to.

Siamo per le idee, non ci piacciono gli ideologism­i né i corporativ­ismi duri a morire, le rendite di posizione a scapito del bene della collettivi­tà. Cercheremo di condivider­lo, tutti assieme, come forma di responsabi­lità e di comunità.

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