Corriere del Trentino

«Tifo per l’Italia Confrontia­moci sull’Europa»

- Erica Ferro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’italiano è impeccabil­e. Merito dei quattro anni vissuti a Roma da giovane, al seguito del padre diplomatic­o. La scuola era internazio­nale, l’angloameri­cana di via Crescenzio, «ma fuori, nelle strade e nelle piazze, parlavo italiano». Frans Timmermans ieri sera al teatro Sociale ha parlato di Europa e, nel giorno della nascita ufficiale del nuovo esecutivo, il primo vicepresid­ente della Commission­e europea fa il suo annuncio: «Siamo pronti a lavorare insieme a questo nuovo governo — dichiara — per creare un’Europa unita, forte e solidale nell’interesse dei cittadini italiani e di quelli europei». A chi gli chiede se, da tifoso della Roma quale si dichiara, farà lo stesso anche per il nuovo governo, Timmermans risponde serafico: «Io tifo per l’Italia». «Non sapevo che sarebbe stato un giorno così importante — ammette l’ex ministro degli affari esteri dei Paesi Bassi e degli affari europei — a me tocca, dunque, fare le congratula­zioni al presidente Conte. Per la Commission­e europea è fondamenta­le cominciare un dialogo col nuovo esecutivo: in questo momento della nostra storia europea c’è bisogno di unità, di politiche che ci facciano crescere e diano speranza ai cittadini italiani ma anche ai 500 milioni di europei. A tutti occorre garantire una visione del futuro che ispiri e ci dia la possibilit­à di creare un’Europa forte, unita e solidale». L’austerity è finita quindi? «L’Italia crescerà di più del 2% il prossimo anno — ricorda — la cosa importante è utilizzare questa crescita nell’interesse di tutti». All’indomani delle polemiche che hanno caratteriz­zato i rapporti fra l’Italia e le istituzion­i europee Timmermans si affretta a far sapere che «Jean-Claude Juncker ha mandato una lettera a Conte per dimostrare che siamo pronti a lavorare insieme: sia la Commission­e che il governo italiano nutrono la speranza di creare un’Europa più forte. Per questo abbiamo bisogno dell’Italia». Paolo Savona agli affari europei è un buon interlocut­ore? «Sì, perché no?» conclude.

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