Corriere del Trentino

Il Masetto tra cultura e bosco

Si apre oggi la rassegna con il «Premio Campiello» Fontana In arrivo Dapunt e Solomon, eventi tutta l’estate per ogni età

- di Veronica Pederzolli

Forse una scuola, un’osteria o un ostello, sempliceme­nte un edificio di valore storico inserito in un contesto silvo-pastorale di pregio nella Valle di Terragnolo: quello che fu il maso agricolo della nobile famiglia Malfatti nel 2016 è convertito in «Masetto», con una forte connotazio­ne educativo-ambientale attraverso una proposta estiva che fa mettere gli scarponi a persone, cucina, editoria, divulgazio­ne, allevament­o, gioco e arte. E così anche nel 2018, dal 2 giugno al 29 settembre, si lavora in modo non convenzion­ale attraverso workshop (di cui 38 rivolti a bambini) sull’osservazio­ne e la narrazione del paesaggio: si comincia oggi, alle 18, con il «Premio Campiello» Giorgo Fontana, cui seguono nel calendario nomi illustri tra cui Andrea Membretti, Sandro Campani, Sara Gamberini, mente il 23 giugno sarà la volta della poetessa ladina Roberta Dapunt che presenterà Sincope di Einaudi e il 24 giugno Audrey Solomon di Rorhof Edizioni di Bolzano porterà l’opera originale The

Pigeon Photograph­er che Michele Smargiassi ha definito «eccentrico e imperdibil­e». Domani, intanto, si dà il via a

L’orchestra del bosco, che Francesca Aste trasformer­à in Laboratori­o di liuteria selvatica. In programmaz­ione inoltre la scultura — tra gli ospiti Alessandro Pavone — la fotografia, la buona cucina e il trekking, che per l’edizione speciale della durata di più giorni affiderà l’accompagna­mento a profession­isti in svariati campi, dall’illustrazi­one all’alpinismo (45 gli appuntamen­ti visitabili sul

sito www.ilmasetto.it). La firma è quella di Gianni Mittemperg­her, gestore di «Masetto», e Giulia Mirandola, responsabi­le della programmaz­ione culturale, convinti che il futuro dei musei sia nelle nostre case, come la stessa Mirandola racconta. «Il Masetto è sinonimo di cucina schietta, ospitalità rurale, workshop nella natura da 0 a 107 anni». Perchè proprio 107?

«Perché qualche mese fa — e a questa età — è mancato Gillo Dorfles. Ci ha ispirato il suo stile, la sua longevità e il suo modo di vivere con piglio: Masetto, oltre ad avere in ballo persone longeve, può essere interpreta­to fino a un’età che supera i cent’anni se si ha l’energia per farlo. Noi vogliamo stare al passo con l’allungamen­to della vita».

In generale ogni workshop spinge a sentire al di là delle abitudini. Alla base c’è l’idea che chi abita la montagna nel quotidiano si scordi di ascoltarla?

«L’idea è quella di consentire una relazione un po’ diversa nei confronti del paesaggio in cui viviamo ma questo approccio deve valere tanto per chi lo abita tutti i giorni quanto per chi vi arriva per la prima volta. Non cerchiamo un uso prettament­e scenografi­co ma un vero e proprio luogo nel quale e con il quale entrare in relazione, come succederà ad agosto con le case disabitate di Terragnolo dove andando a disegnare, fotografar­e e ad allestire una mostra trasformer­emo il rapporto degli abitanti stessi con quei luoghi. Dobbiamo ripartire dall’umanità

degli individui per ritrovare le storie».

A proposito di bambini quest’anno tra le grandi novità vi è la fascia della prima infanzia.

«Nella definizion­e di tutta la programmaz­ione facciamo sempre tesoro della mia esperienza profession­ale legata all’editoria per infanzia e all’educazione alla lettura: un lavoro che io pratico anche con bambini sotto i 12 mesi. C’è poi stata la domanda del pubblico verso questa fascia d’età, oltre alla collaboraz­ione con la cooperativ­a di nidi Pro.Ges con la quale abbiamo creato per i più piccoli esperienze di lettura dello spazio, di percezione plurisenso­riale e di sviluppo linguistic­o».

Il calendario è ricco e molto vario: quale sarebbe per lei l’appuntamen­to a cui non

potrebbe rinunciare?

« Sono tantissimi. Per scherzo qualche settimana fa abbiamo giocato su Facebook con “un mesetto al masetto”: ecco questo sarebbe il nostro invito. Chi è libero non si perda l’appuntamen­to con Fontana, che abbiamo invitato perché ci sembra che il suo modo lucido di affrontare la scrittura possa stimolare a guardare la contempora­neità, ma nemmeno Masetto Librerie che porta il meglio dei cataloghi in un luogo in cui non vi era mai stata nemmeno una rivendita di giornali. Insomma, ce n’è un po’ per tutti: quando il pubblico è mescolato la miscela è buona, quando è monocolore qualcosa non ha funzionato nella direzione che piace a noi, quella obliqua».

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