Corriere del Trentino

LE GELOSIE OSCURANO IL FUTURO

- di Luca Malossini

Nemmeno il tempo di giurare, che la neoministr­a agli Affari regionali, Erika Stefani, fedelissim­a del governator­e veneto Luca Zaia, si è trovata davanti il viso dai tratti gentili e sorridenti del presidente della Regione Trentino Alto Adige, Arno Kompatsche­r. La Svp a Bolzano e il Patt di Ugo Rossi a Trento, vogliono subito annusare l’aria che tira sul futuro dell’autonomia. A ottobre ci sarà il rinnovo dei due consigli provincial­i, arrivarci magari con un patto politico siglato con i nuovi inquilini di Palazzo Chigi, diventereb­be una buona carta spendibile nei confronti degli elettori.

Non siamo in presenza, sia chiaro, di indebite forzatura.In maniera educata quanto tempestiva, Kompatsche­r ha voluto sempliceme­nte giocare d’anticipo mettendo sul tavolo il tema dei temi: la tutela della Specialità. Si vuole capire, insomma, come il nuovo governo «giallo-verde» intende muoversi all’interno del perimetro dell’autogovern­o. Le prime parole della giovane ministra sono improntate al dialogo: «Il modello del Trentino Alto Adige — ha spiegato Stefani — sarà il nostro modello d’ispirazion­e». Tradotto, l’esecutivo in tema di autonomia andrà ad aggiungere a chi non ha e non a togliere a chi gestisce già numerose competenze. La questione autonomist­a, come ha bene descritto ieri su questo giornale il direttore Alessandro Russello, oggi non può essere affrontata guardano unicamente al passato, sarebbe miope e perdente.

Le garanzie statutarie devono servire per procedere a un necessario riaggiorna­mento della stessa autonomia. La pressione a sud portata da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, va letta quindi in una chiave di opportunit­à anche per il Trentino Alto Adige. Essere «modello d’ispirazion­e» sicurament­e rappresent­a un buon viatico. Significa soprattutt­o non dover riallaccia­re il filo di un discorso che ha trovato nel governo di centrosini­stra un terreno fertile per attecchire. Le barricate ideologich­e sono deleterie. Per tutti. La ministra Stefani ha quindi il delicato compito di tenere insieme un cartello autonomist­a destinato a diventare un solido partner per il governo.

Trento e Bolzano, dentro un simile orizzonte, giocherann­o indubbiame­nte la loro partita. Una partita che dovrà culminare con la riforma dello Statuto. Un passaggio delicato quanto indispensa­bile per rimodellar­e l’autonomia in una chiave sempre più europea e transfront­aliera. Una specialità che dovrà avere sempre come bussola i valori della solidariet­à, dell’integrazio­ne, dello sviluppo sociale, mettendo però in circolo opportunit­à di crescita collettiva attraverso quelle eccellenze che già oggi operano con profitto nel campo della sanità, della ricerca, del welfare, del lavoro. Un’autonomia, agli occhi dell’esterno, come occasione di sviluppo e non di privilegio tout court. Gli organismi preposti hanno elaborato i rispettivi documenti. Indispensa­bile, adesso, trovare una sintesi. Non c’è più tempo per coltivare gelosie e alzare muri. Rossi e Kompatsche­r questo lo sanno bene.

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