Corriere del Trentino

L’AQUILA ANCORA IN FINALE UN RISULTATO CHE ENTUSIASMA

- Giancarlo Corradini, MONTE TERLAGO

Cara Aquila, quarto anno di serie A, quarto anno di play-offe seconda finale scudetto: hai dimostrato ancora che non sei da meno di nessuna squadra. Se una finale porta a un solo vincitore, tu hai ancora confermato di essere non solo vice-campione in carica, ma anche prima in Italia per correttezz­a, in grado di conseguire un altro risultato eccezional­e, con seria e consapevol­e capacità di utilizzare e ricavare dai propri tecnici e giocatori quel «di più» che lo sport di livello richiede. Nei commenti entusiasti del dopopartit­a di gara-4 si è usato il termine «vendetta». No, questa terminolog­ia non ci appartiene. Piuttosto Venezia, e il suo presidente, devono farsi un esame di coscienza per taluni atteggiame­nti poco sportivi. Per Trento è stata una rivincita, non una vendetta: nel risultato, nel comportame­nto, nel praticare il vero sport. Non si tratta di procurare danni materiali o morali. È la stessa differenza che c’è tra lotta (competizio­ne di forza e destrezza) e battaglia( contrappos­izione armata ). Non c’ è da annunciare un «bollettino della vittoria», non eravamo a Villa Giusti, lo sport non è, e non deve essere, una guerra. Sport, dal latino «deportare» (cioè «uscire fuori porta», in italiano è arrivato come «diporto», cioè svago, divertimen­to). L’Aquila basket ha confermato la sua caratura: il valore di una squadra non è solo quello economico, è dato da un complesso di doti. Partecipar­e alla massima serie prevede massima serietà ma non richiede di eliminare la gioia. Il successo contro Venezia ha aperto le porte alla Dolomiti Energia della seconda finale scudetto consecutiv­a. E noi accompagne­remo, ancora una volta, la nostra squadra con entusiasmo e fierezza.

ACaro Corradini,

nch’io sono per usare termini consoni a una sfida sportiva, anche se parlare di «vendetta» non lo trovo esageratam­ente sopra le righe. È il termine «odio» che dovrebbe essere abolito in generale e soprattutt­o nello sport. Basta vedere cosa succede nel calcio, dove la sana rivalità ha lasciato il posto all’insulto più becero. Detto questo, la seconda finale consecutiv­a da parte degli uomini di Buscaglia e del presidente Longhi va salutata con il giusto orgoglio e la necessaria consapevol­ezza che non siamo più di fronte alla casualità. Dietro a un simile traguardo si trovano organizzaz­ione, preparazio­ne, doti tecniche, programmaz­ione. Trento contro Milano è una sorta di Davide contro Golia. Ma proprio perché i bianconeri nulla hanno da perdere, la sfida può riservare grosse sorprese.

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